Il Vaticano è sulla strada giusta per entrare a far parte della cosiddetta white list, l’elenco dei paesi virtuosi che adottano misure efficaci contro il riciclaggio del denaro. Il giudizio positivo alle misure intraprese in questi mesi arriva dall’incontro plenario di Moneyval, l’organismo istituito dal Consiglio d’Europa che si occupa di antiriciclaggio. Non si tratta ancora di un via libera, il rating formulato nel Rapporto di mutua valutazione non viene rivisto.
“PROGRESSI SIGNIFICATIVI NEL CAMPO DELLA TRASPARENZA”
Tuttavia, come precisa un comunicato della Sala stampa della Santa Sede, Moneyval “dichiara benvenuti i miglioramenti e le chiarificazioni apportati alle strutture legali della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano in materia di lotta al riciclaggio del denaro e al finanziamento del terrorismo, conferma che sono stati fatti progressi significativi”. Soddisfatto mons. Antoine Camilleri, sottosegretario per i Rapporti con gli Stati e capodelegazione alla plenaria di Moneyval: “La Santa Sede è pienamente impegnata per continuare a migliorare un’efficace implementazione di tutte le misure necessarie per edificare un sistema ben funzionante e coerente al fine di prevenire e combattere i crimini finanziari”.
DECISIVI I TRE MOTU PROPRIO DEL PAPA
Decisivi sono stati i tre successivi Motu Proprio promulgati da Papa Francesco che, a partire dal 4 luglio scorso, hanno rafforzato notevolmente funzioni e competenze dell’Autorità di Informazione finanziaria, l’organismo voluto da Benedetto XVI alla fine del 2010. Le nuove norme firmate da Bergoglio, in particolare, hanno “reso più preciso e completo il quadro legale dell’Aif in rapporto al sistema della legislazione penale, alla trasparenza finanziaria, ai compiti di vigilanza, di informazione finanziaria e ai requisiti per combattere efficacemente il riciclaggio del denso e il finanziamento del terrorismo”. Il primo concreto segnale, però, era giunto già il 14 dicembre 2012, quando fu abolito il consenso preventivo (nihil obstat) della Segreteria di Stato per la firma di accordi internazionali da parte dell’Aif.
IL RAFFORZAMENTO DELL’AIF DI NICORA
A luglio, poi, veniva riformata la legislazione penale vaticana. In particolare, segnala il comunicato diffuso ieri pomeriggio dalla Sala Stampa, “è stato adottato un approccio moderno per la confisca, il congelamento dei beni e il sequestro”. Inoltre, il Motu proprio ha esteso “la giurisdizione del tribunale dello Stato della Città del Vaticano sugli atti criminosi commessi da pubblici ufficiali della Santa Sede anche al di fuori del territorio vaticano”. Un mese più tardi, si rafforzavano ulteriormente le funzioni di vigilanza dell’Autorità di Informazione finanziaria e si istitutiva il Comitato di sicurezza finanziaria con lo scopo di coordinare le autorità della Santa Sede e della Città del Vaticano competenti nel campo della prevenzione e del contrasto del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo. Infine, ed è notizia di neppure un mese fa, con il Motu proprio del 18 novembre, il Papa definiva la nuova struttura organizzativa dell’Aif, che verosimilmente in futuro farà sì che alla presidenza ci sarà un laico e non più un cardinale come oggi (il cardinale Attilio Nicora, ndr). Nel documento papale si chiarivano i ruoli e le responsabilità del Presidente, del Consiglio direttivo e del Direttorato.
GLI OBIETTIVI DEL PRESIDENTE DELLO IOR
Il giudizio di Moneyval era atteso, come aveva detto nei mesi scorsi il presidente dello Ior, Ernst von Freyberg, annunciando l’apertura di un sito internet, la pubblicazione del bilancio e la promessa di “avere un regolare rapporto con i media”. A maggio dichiarava in varie interviste che l’obiettivo primario era quello di “concludere con successo il processo Moneyval e quindi l’adempimento di tutte quelle regole che riguardano il riciclaggio di denaro, creando conseguentemente trasparenza”.