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Così le missioni italiane coniugheranno bilancio e difesa. Parola di Mauro

“Sono sempre sconvolto dal fatto che spesso il consenso per gli euroscettici cresce, perché gli euroconvinti si comportano da eurocretini, senza dare seguito alle loro intenzioni”. Così si è espresso Mario Mauro, ministro della Difesa, sugli esiti auspicati del Consiglio europeo della Difesa, che domani avvierà i lavori a Bruxelles. “L’Italia – ha aggiunto il ministro durante il tradizionale scambio di auguri della Difesa con la stampa – è tra i Paesi che tende a massimizzare le prospettive del Consiglio. Aspettative ne abbiamo certo, soprattutto in tema di utilizzo dei fondi europei per la ricerca (Horizon 2020, ndr) in chiave dual use (ad uso cioè civile e militare, ndr)”, ma i tempi ci spiega il ministro ancora non sono maturi.

VERSO POLITICHE COMUNI
“Il nodo politico rimane ancora oggi prioritario”, ha aggiunto Mauro. “Io non credo che l’Unione europea riesca ad avere a breve una politica estera e di difesa comune, ma sono anche convinto che senza non ci sarà Europa”. Il messaggio del ministro è arrivato forte e chiaro durante il tradizionale scambio di auguri della Difesa con la stampa, che ha visto la presenza oltre che di Mario Mauro, del capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, e di quello della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi. Mauro ha anche fatto il punto sulle missioni nazionali e internazionali in cui l’Italia è coinvolta.

LE MISSIONI UMANITARIE
“La Difesa è la più grande agenzia umanitaria del Paese e non mi riferisco solo alla missione Mare Nostrum, recentemente avviata per contrastare i flussi di immigrazione clandestina, ma anche all’attività ordinaria di tutte le Forze Armate”, ha detto il ministro della Difesa. “Non bisogna distinguere il ruolo di difesa e intervento, dall’intrinseca capacità delle Forze Armate di garantire la collettività secondo il dettato costituzionale. La presenza di uomini in armi – ha aggiunto – è tutto tranne una presenza offensiva”. Il primo esempio di intervento a sostegno della popolazione fornito da Mauro è stato quello dell’alluvione in Sardegna, dove nei primissimi giorni dell’emergenza sono stati impiegati 4 elicotteri, 60 mezzi, movimentate 4.300 tonnellate di detriti e rifiuti, per un totale di 937 ore di lavoro solo nei primi 2 giorni. A seguire i trasporti umanitari, la bonifica degli ordigni e la colletta alimentare nazionale, che ha consentito di gestire oltre 100.000 tonnellate di cibo.

I CONTI CHE NON TORNANO (IN EUROPA)
L’operatività delle Forze Armate deve ovviamente fare i conti con bilanci sempre più sottili. “Il lavoro di attuazione per portare in porto la revisione dello stumento militare – ha detto il ministro – è complesso, ma finalizzato a garantire Forze Armate più efficienti”. Il ridimensionamento non è un fenomeno italiano bensì europeo, ma con sostanziali differenze. Mentre le riduzioni sui bilanci della difesa dei principali Paesi Ue, come Francia Inghilterra o Germania pesano dall’1 al 3% annuo, in Italia la riduzione è stata per 10 anni del 19% circa. Gli uomini attualmente impegnati nelle 26 missioni in atto sono circa 7.000, in 21 Paesi ed al momento non è previsto il coinvolgimento su altri fronti post Afghanistan, anche se, specifica Mauro “il quadro internazionale non aiuta certo a pianificare”.

NUOVE MINACCE E NUOVI STRUMENTI
Nuovi scenari di crisi potrebbero aprirsi nel Mediterraneo, “in particolare in Nord Africa e Medio Oriente”.  “Alle spalle del Mediterraneo – ha detto il ministro – ci dobbiamo purtroppo aspettare nuovi problemi, con nuove minacce per la sicurezza. Nel grande capitolo dei flussi migratori è stato calcolato che ogni viaggio può portare oltre 3 milioni di euro di costi per i trasbordi che potrebbero finire nelle tasche o della criminalità organizzata o dello stesso terrorismo”.

MARE NOSTRUM
E parlando di immigrazione clandestina Mauro ha auspicato che la missione “Mare Nostrum, alla quale recentemente si è unita la Slovenia, diventi un modello per una missione analoga, ma a conduzione europea. “Mare Nostrum – ha detto – è stata voluta per motivi umanitari e per motivi di sicurezza, per impedire la navigazione ai trafficanti di essere umani, inoltre anticipa le conseguenze di eventuali nuove minacce per l’Italia, come quello che potrebbe arrivare oggi dall’Egitto”.


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