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Facciamo un referendum sul Fiscal compact?

I Viaggiatori credono nell’Europa Unita, ancor prima dell’Unione europea, strumento essenziale per raggiungerla. Ci credono perché non ritengono sopiti gli stereotipi che attraversano il Continente, quasi come esattamente 100 anni orsono. Ci credono perché ritengono che la divisione del mondo tra Cina e Stati Uniti che appare formarsi all’orizzonte del XXI secolo è monca di una etica sociale ed individuale che fa bene, molto bene, all’umanità, arricchendola: quella europea. “Se non sei al tavolo, sei sul menù”, dicono i Viaggiatori: Germania ed Italia da sole non potranno mai partecipare alle decisioni geopolitiche mondiali che influenzano la vita di ognuno di noi: saranno sul menù. Unite, sì: saranno al tavolo delle decisioni, influenzandole.

L’EURO E LA LIRETTA
I Viaggiatori ritengono l’euro lo strumento appropriato per accelerare la costruzione di un’Europa unita. Come gli Stati Uniti alla fine del 700 – stati molto diversi quanto a cultura, religione ed economia – decisero di darsi nella valuta unica un simbolo comune, che li aggregasse, così molti stati europei hanno fatto oggi. L’euro ha forzato questi Paesi a parlarsi di fronte alle difficoltà sopravvenute; senza di esso, ognuno sarebbe già per conto suo con la propria “liretta” a pensare in proprio, fuori da quel tavolo delle decisioni, preda di rancori e recriminazioni reciproci che bloccherebbero il dialogo europeo per decenni, mentre il mondo andrebbe avanti senza aspettare, a danno delle future generazioni.

I Viaggiatori sanno bene che non è l’euro ad avere generato queste difficoltà, e sanno altrettanto bene che senza l’euro l’austerità che causa la crisi oggi non svanirebbe, anzi si rafforzerebbe, come quando, nel 1992, svalutando la lira, sentimmo l’urgente bisogno di fare una enorme manovra fiscale disperatamente recessiva pur di riguadagnare consensi in Europa.

DI QUALE CRISI SI TRATTA
La crisi in cui si inviluppa disperatamente l’Italia oggi è al contempo una crisi strutturale di lungo periodo, causata da una serie di riforme che abbiamo evitato di fare a causa di pigrizia ed incompetenza di gran parte della classe politica di questi ultimi due decenni, e una crisi delle politiche europee, votate ad una stupida austerità che distrugge l’economia sottraendole domanda interna, stabilità dei conti, occupazione e speranza. Piccole imprese e giovani, i nostri germogli più importanti, vengono sradicati per sempre da una società che da loro poteva vedere invece ripartire la speranza e lo sviluppo. L’austerità che andava fatta in estate, mettendo da parte un po’ del raccolto per i tempi bui, viene fatta ora, in tempi bui, uccidendo quel poco di vitalità che rimane quando si è deboli. I Viaggiatori sanno bene che le riforme essenziali di cui il Paese ha bisogno non si possono fare quando la gente soffre, ma quando torna il bel tempo. Ecco perché riteniamo essenziale arrestare questa austerità in tempi di crisi che serve solo a slabbrare la coesione europea e la sua unità di intenti fino a, spaccando l’area dell’euro, decretarne la sua fine.

UN DEBITO PUBBLICO SOSTENIBILE
I Viaggiatori concordano nel rispetto dell’articolo della Costituzione recentemente introdotto che richiede la sostenibilità del debito pubblico e il bilancio in pareggio tenendo conto del ciclo economico. E tuttavia ritiene scellerate ed ottuse le normative ordinarie italiane a cui la Costituzione rimanda, che declinano questi concetti con formule matematiche rigide e arbitrarie derivanti da regole europee che non hanno valenza di Trattato internazionale, perché approvate senza l’accordo di alcuni Stati membri come Regno Unito e Repubblica Ceca. La stabilità dei conti pubblici, in questa crisi che così tanto assomiglia a quella degli anni Trenta, si nutre di crescita e l’austerità uccide dunque sia la crescita che la stabilità. E’ tempo di risvegliare l’Europa dell’euro dal suo sonno di ignavia ed incompetenza, mettendo al centro del progetto europeo crescita e conti pubblici finalmente sostenibili.

CONTRO LA STUPIDA AUSTERITA’
Il nostro incontro con insigni giuristi che credono nel progetto europeo ha questo scopo: quello di comprendere quanto sia percorribile un percorso referendario volto, nel rispetto dei Trattati europei e della valuta unica, a abolire quelle parti più ottuse delle leggi come quella che richiede all’Italia dal 2015 di ridurre del 5% del PIL (80 miliardi!) il debito pubblico italiano, condannando il Paese ed il continente ad una inevitabile morte del progetto dell’Europa Unita.

Cessata la stupida austerità, il Paese potrà finalmente concentrarsi sulle sue priorità. La prima delle quali, indicata da tempo dai Viaggiatori come la pietra miliare della ripresa dell’economia e della credibilità del Paese, quella dell’eliminazione dei 30 miliardi di sprechi presenti negli appalti pubblici, così da generare le risorse, senza un euro di deficit in più, per finanziare – via investimenti materiali ed immateriali – con competenza ed onestà la ricostruzione del nostro Paese.
Il Viaggio verso un nuovo Rinascimento del Paese è iniziato. Va solo innaffiato con la nostra passione civile di massicce dosi di speranza e volontà.

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