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Ecco come cambia l’uso dei droni nel mondo

Cresce senza sosta il mercato dei mezzi aerei a pilotaggio remoto (APR), meglio noti come droni. E con esso matura l’esigenza di un recinto di norme che definisca chi e come può pilotarli.

COSA ACCADE IN ITALIA
In Italia l’Ente Nazionale Aviazione Civile (Enac) presieduto da Vito Riggio ha deliberato in consiglio di amministrazione il primo regolamento sugli APR, che nei prossimi anni rivoluzionerà la fruizione di molti servizi e che può dare impulso all’economia italiana e al suo settore industriale, che di APR è uno dei primi produttori al mondo. Inoltre i droni sono già entrati silenziosamente nelle nostre vite e vengono usati per effettuare riprese video, monitorare l’Etna o l’inquinamento della Terra dei Fuochi o controllare a basso costo lo stato di degrado dei monumenti.

COSA ACCADE ALL’ESTERO
Le norme italiane – tra le prime ad essere pubblicate in Europa dopo UK e Francia – “si inseriscono pienamente nel trend internazionale“.
A spiegarlo è Paolo Marras, presidente di Assorpas, l’associazione associazione che riunisce la filiera del mondo dei droni italiani. “Il nostro Paese – sottolinea – è in linea con le tendenze emersa in occasione dell’evento Internazionale CivsOps 2013 tenuto l’11 dicembre a Bruxelles, in cui, oltre ad Assorpas, numerose associazioni nazionali hanno presentato lo stato della regolamentazione e del mercato dei piccoli APR nei loro Paesi. Non vi sono grandissime differenze, al netto di Paesi con maggiore o minore burocrazia, ma anzi, l’Enac ha previsto per alcuni casi norme semplificate basate sull’autocertificazione”.

ITALIA ALL’AVANGUARDIA
Rispetto alle norma in vigore in altri Paesi, quelle italiane sembrano poi rispondere alle esigenze più moderne del settore. Perché, per giunta – aggiunge il presidente di Assorpas -, “ad esempio in Spagna alcune grosse aziende sono fallite per assenza di normative. Mentre in Olanda il mercato nero è molto spinto e ci sono alcune deroghe ma non una vera e propria organizzazione. In Belgio non si può usare gli APR per decreto. E persino negli USA il loro utilizzo è riservato alle sole amministrazioni pubbliche o comunque non in ambito commerciale. In questo il nostro Paese si è dimostrato all’avanguardia anche se aspettiamo di vedere gli sviluppi del regolamento nel dettaglio. Ma le premesse sono positive”.

GLI SFORZI AMERICANI
A conferma del fatto che i droni rappresenteranno una buona fetta del mercato futuro degli aeromobili c’è il grande fermento con cui il tema viene affrontato negli USA. La Federal Aviation Administration (FAA), autorizzerà nelle prossime settimane alcuni siti dove sarà possibile effettuare test con APR negli Stati di New York, del New Jersey e in almeno altri otto Stati. Una sperimentazione che servirà a testare come impostare gli standard di sicurezza, formare e certificare i piloti a terra, garantire che gli aeromobili opereranno in modo sicuro anche se i collegamenti radio andassero persi e, cosa più importante, come sostituire il tradizionale metodo per evitare collisioni.



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