Si parla sempre di lobby in Europa e Nord-America e si trascurano spesso Paesi meno noti. Eppure anche da loro il dibattito sulle lobby ferve. Oggi parliamo del Cile.
Cominciamo da qui. Un bel video promozionale di diverse organizzazioni No Profit sul perché è necessario dare regole alle lobby: Qui. Un lobbista e un politico si incontrano, non parlano, si capiscono con i gesti. Finché non compaiono loro, gli attivisti, che chiedono di conoscere il contenuto degli incontri, la frequenza e gli esiti. Chiedono cioè una legge sulle lobby.
E alla fine ce l’hanno fatta. Dopo 10 anni il Cile ha una legge. Non piace a tutti, si può migliorare, ma è un punto di partenza. Qui c’è un sito che spiega la legge, i firmatari e illustra i contenuti. Vediamoli rapidamente:
1) La chiave della legge è che ogni autorità pubblica è considerata tra i soggetti destinatari di attività di lobbying. Questo significa che ogni incontro tra i funzionari e dirigenti delle autorità pubbliche e i lobbisti deve andare in chiaro (e cioè essere registrato, insieme ai contenuti dell’incontro). Un Consiglio della Trasparenza si occupa di gestire il registro. La critica è che né il consiglio né altre autorità pubbliche hanno i mezzi per garantire un controllo effettivo dell’obbligo imposto a tutte le istituzioni. In pratica, si teme che l’obbligo resti disatteso.
2) La proposta di legge originaria voleva anche un registro obbligatorio dei lobbisti. Non è stato possibile e quindi anche il Cile entra di diritto nel club degli Stati (o ordinamenti) con registro facoltativo. Significa che, almeno per ora, non avremo dati sicuri sull’attività lobbistica cilena. A proposito di Bachelet: l’ultimo rapporto del servizio elettorale cileno rivela che finora ha speso da sola più di tutti gli altri 8 candidati alla Presidenza. E chi ha fondato la campagna? Non si sa. La legge cilena non impone la trasparenza sui donatori. E anche questo sarà un problema da affrontare.
Staremo a vedere. E terremo gli occhi puntati anche altrove. Per esempio in Scozia (leggi Qui). Anche se questo fa parte di un altro capitolo, “Kilt e lobby”.