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Ecco perché Marchionne sposta Fiat in Olanda e Inghilterra. Parla il prof. Berta

La terza via di Fiat che decide di spostare il domicilio fiscale in Gran Bretagna e la sede legale in Olanda. Non solo: la quotazione a Wall Street, il modello Cnh, la ricerca di una soluzione che apra ai mercati orientali con sullo sfondo l’appuntamento di febbraio con le parti sociali per la discussione sul rinnovo contrattuale. Sono giorni intensi per Sergio Marchionne e il gruppo Fiat-Chrysler, in attesa del cda di domani, mercoledì 29 gennaio, che scioglierà molti nodi.

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TERZA VIA
Una soluzione che secondo Giuseppe Berta, storico dell’industria, docente alla Bocconi di Milano, esperto di Fiat e autore di numerosi saggi sull’argomento (tra cui “Le idee al potere. Adriano Olivetti tra la fabbrica e la Comunità”, “Mirafiori”, “Conflitto industriale e struttura d’impresa alla Fiat, 1919-1979″) è per nulla inaspettata. Londra infatti, da tempo, “è la piazza che applica le condizioni fiscali migliori per le imprese”. La sede legale sarà in Olanda, “dal momento che lì le azioni pesano di più, quelle detenute dalla famiglia Agnelli e da Exor. Si ripete insomma lo schema già visto per Cnh”.

VANTAGGI
In primis il peso del pacchetto azionario “conterà maggiormente in Olanda, mentre Londra da sempre si è caratterizzata da una politica di attrazione che ha prodotto buoni frutti”. Il listino sarà a Wall Street, in quanto è la prima Borsa del mondo. Sul punto ieri anche il Wall Street Journal si è speso per osservare come la quotazione a New York sarà decisiva. Ma in che modo? Al momento secondo Berta è molto difficile fare previsioni, poco trapela sui dettagli. “Sappiamo solo che accanto ai vantaggi fiscali ci sarà l’opportunità di essere osservati dai grandi fondi americani, che in prospettiva potrebbero essere interessati a Fiat”. Niente altro di ciò che è stato detto da Marchionne in svariate occasioni, ovvero quando si giungerà al listing ci saranno già pronti acquirenti e investimenti.

FRONTE SINDACALE
Ma la rivoluzione industriale di Marchionne potrà avere dei riverberi anche in vista della discussione sul nodo salariale prevista per i primi di febbraio. E’ chiaro che il rinnovo del contratto “sta seguendo i propri ritmi e sarà così – precisa lo storico – non credo vi saranno variazioni significative rispetto allo schema contrattuale già inaugurato nelle precedenti tornate”. Prevedibile il fatto che si cerchi di collegare sempre più l’andamento variabile delle retribuzioni all’andamento aziendale. “Si andrà, per queste ragioni, ulteriormente nella direzione già segnata: ricerca delle performances migliori”.

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STRATEGIA
La strategia di Fiat secondo Berta è di diventare un gruppo globale, ma perché ciò avvenga mancano ancora dei passaggi fondamentali: “Il primo dei quali a mio avviso è rappresentato da un più forte presenza in Asia che è il principale mercato del pianeta e la percezione di Fiat-Chrysler è ancora minimale”. Ma come arrivare a edificare un caposaldo? “Se dovessi basarmi sulle mie sensazioni direi che l’avvio di un investimento diretto è abbastanza proibitivo, dunque sarà più facile arrivarci attraverso l’alleanza con un partner orientale”.

TOYOTA
Un passaggio su cui già si registra il plauso di Toyota, che per bocca del chairman Takeshi Uchiyamada osserva che gli sviluppi della fusione Fiat-Chrysler sono osservati con grande interesse dal gruppo nipponico: “Al momento – ha detto – le due aziende hanno punti di forza in mercati e in segmenti diversi, che non si sovrappongono in mercati forti. E questo offre grandi opportunità”. Inoltre Toyota è “pronta a valutare la vendita delle proprie tecnologie ibride a Fiat Chrysler se ci fosse una richiesta in tal senso”, dopo l’accordo già raggiunto in passato con Bmw.

twitter@FDepalo

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