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La Fondazione Carichieti celebra Mario Sironi

Dopo le mostre dedicate a Francis Bacon, Aligi Sassu, Emilio Greco e all’esposizione sui codici miniati “Illuminare l’Abruzzo”, la Fondazione Carichieti dal 22 febbraio proporrà al pubblico, anticipando il centenario della prima guerra mondiale (1914-1918), una rassegna intitolata “Sironi e la Grande Guerra. L’arte e la prima guerra mondiale dai futuristi a Grosz e Dix”.

Inserita nel programma ufficiale delle commemorazioni del centenario della prima guerra mondiale 2014/2018, la mostra ha ricevuto il patrocinio della Soprintendenza per i beni storici artistici ed etno-antropologici dell’Abruzzo, della presidenza del consiglio regionale regione Abruzzo e della provincia di Chieti. Curata da Elena Pontiggia, apre in Italia le riflessioni sul centenario della prima guerra mondiale (1914-1918), comprende oltre cinquanta opere e documenta come gli artisti, da Balla a Carrà, da Léger a Grosz e Dix, da Previati a Nomellini, hanno rappresentato la drammatica esperienza del conflitto.

Cuore della mostra è la figura di Sironi, di cui per la prima volta vengono analizzate organicamente la stagione degli anni 1915-1918 e la tematica della guerra, che ricorre nella sua pittura ben oltre quegli anni. Il percorso espositivo muove da maestri europei come Léger con I giocatori di carte, 1915, Otto Dix con la poco nota Schützengraben in der Champagne, 1916, Grosz con il tragico 1917. Prosegue poi con gli artisti italiani, da Previati (Gli orrori della guerra, 1917) e Nomellini, (Allegoria della vittoria sull’esercito in marcia, 1919) ai futuristi Balla, Carrà, Depero, Prampolini, Dottori, fino a Bonzagni, Campigli e molti altri, tra cui Viani e Marussig che rappresentano entrambi un Soldato austriaco, emblema della sconfitta.

Nelle sale, vignette satiriche contro gli austro-tedeschi realizzate dall’artista nel 1915-1918, tra cui quelle per la rivista “Il Montello”, diretta da Bontempelli. Di rilevante interesse, in particolare, è l’ultimo numero della rivista, uscito nel novembre 1918 per celebrare la vittoria e finora quasi sconosciuto (ne esistono in Italia solo cinque copie). Tra le opere esposte, ancora, si segnalano i commoventi ritratti che Sironi esegue a soldati e ufficiali, e il drammatico paesaggio urbano Città e aereo, 1921. Di enorme suggestione sono poi due opere monumentali: la grande tela della Vittoria alata, dipinta da Sironi nel 1935, e i giganteschi Soldati, del 1936. La prima è il cartone per l’affresco L’Italia fra le scienze e le arti, realizzato per l’Aula Magna dell’Università La Sapienza a Roma, ed è oggi il più importante documento dell’idea sironiana perché l’affresco romano è stato pesantemente ridipinto. Il secondo è un’imponente composizione con due soldati della prima guerra mondiale, evocati visionariamente a vent’anni di distanza dal confitto (1936).

La mostra, accompagnata da un catalogo Allemandi, rimarrà aperta fino al 25 maggio.

Per chi volesse approfondire l’opera di Mario Sironi in occasione della ricorrenza che lo vede tra i protagonisti della produzione culturale ed artistica, si segnala la mostra “Mario Sironi. Illustrazione, pittura, grande decorazione” a cura di Claudio Spadoni, Estemio Serri e Gino Fienga. L’esposizione si svolgerà in concomitanza a quella di Chieti presso Villa Fiorentino a Sorrento (dal 21 febbraio al 20 aprile 2014), promossa dalla Fondazione Sorrento, dal comune di Sorrento, dalla galleria Cinquantasei di Bologna e da Con-fine Edizioni.

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