La bellissima intervista di F. De Palo a Gregorio Gitti su Formiche tocca sinceramente l’animo di chi ha conosciuto e vissuto la storia dello Scudocrociato. Parole beneauguranti per un nuovo cominciamento, come diceva Mino Martinazzoli, dei cattolici popolari. L’occasione è data dalle prossime elezioni europee dove è a portata di mano la costruzione di un grande rassemblement (SC, UDC, Popolari per l’Italia). E’ necessario che le forze che si riconoscono nel pensiero popolare accelerino il processo di unificazione, che da tempo vede troppi stop and go, rivelatisi pregiudizievoli soprattutto per le vicende politiche nazionali. Gregorio Gitti ed altri parlamentari, assorbite le delusioni del fallimento del progetto Monti di Scelta Civica, partito nato per riunire forze di centro laiche e cattoliche, ma che poi per il bieco egoismo di alcuni si è liquefatto, ritengono che il disegno debba ripartire con una chiara caratterizzazione in rapporto al popolarismo, con lealtà e maggiore convinzione. La scadenza elettorale europea sarà utile per verificare la capacità di raccogliere consenso su idee e programmi peculiari della storia del cattolicesimo politico e sociale. Sarà inoltre significativa per approfondire quali prospettive lo stesso rassemblement potrà avere nel futuro della politica nazionale.
Gregorio Gitti pone in risalto aspetti molto interessanti collegati alla politica europea praticata dagli uomini di cultura democristiana nel ‘900, non a caso ambisce a contrassegnare la lista dell’alleanza con l’antico Scudocrociato degli anni ’40 del XX sec. come simbolo europeista più antico.
Il parlamentare di Popolari Per l’Italia critica aspramente la proposta elettorale di Renzi, che altro non è che la fotocopia del Porcellum, con qualche piccola variazione, tanto da definirla Calderoli bis. E concordiamo, visto che ci troviamo di fronte ad una pseudo riforma che ha tanti requisiti per agevolare la crisi della democrazia nel nostro Paese. A tal punto che produrrà ancor più astensionismo, con il concreto risultato(scandaloso) che una minoranza si imporrà alla maggioranza per il governo dell’Italia. Renzi, Berlusconi e il loro fiduciario in materia D’Alimonte stanno vendendo merce avariata agli italiani. Si spera che il gruppo di Gitti in Parlamento faccia una serena e dura battaglia per innalzare la soglia del premio di maggioranza e per introdurre le preferenze.
Gitti è fiducioso in una nuova stagione del popolarismo come alternativa agli attuali partiti della Seconda Repubblica: Forza Italia, partito populista e padronale e PD populista, opportunista e frammentato, protagonisti di gravi mancanze per il nostro sistema democratico. Nell’ultimo ventennio non sono stati capaci di garantire governabilità e stabilità e ancora vorrebbero dettare legge con inciuci tra Renzi e Berlusconi.
E allora per i Popolari Per l’Italia è un obbligo impegnarsi per contribuire concretamente a modificare l’assetto politico e le peculiarità stesse della democrazia italiana. Il loro patrimonio culturale, politico, economico, etico, sociale è tanto vasto e consolidato nel tempo da poter essere utile riferimento per il governo futuro dell’Italia. Si dirà che i cattolici in politica oggi sono una minoranza, e siamo d’accordo. Chiediamo con molta franchezza: quale cultura politica è maggioranza? La destra edonistica e rozza di Berlusconi, il grillismo volgare e piazzaiolo, la sinistra ex-comunista: laicista, anonima, nichilista? I cattolici in politica rinuncino a vuoti narcisismi e a ruoli di primi della classe e si carichino di un impegno si gravoso, ma nel contempo esaltante per ridare speranza a chi oggi avverte sconforto, sfiducia se non addirittura disperazione. I periodi meno fortunati della politica italiana si sono avuti durante il ventennio fascista, e da ultimo nel ventennio della Seconda Repubblica. Guarda caso, quando i cattolici in politica sono stati messi fuori gioco. Una riflessione accurata e approfondita andrebbe fatta, non per interesse di appartenenza ma per il buon governo dell’Italia.
Gitti: tra popolarismo, europee e italicum
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