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I segreti della passione di Obama per Papa Francesco

“Il genio politico di Papa Francesco”, titolava nella copertina di venerdì Politico Magazine. Ancora una volta, dunque, il Pontefice argentino cattura l’attenzione dei media d’oltreoceano. L’articolo firmato da Candida Moss parte dall’ormai celebre appunto fatto aggiungere da Barack Obama a un discorso che avrebbe poi tenuto lo scorso 4 dicembre.

LE CITAZIONI DALL’EVANGELII GAUDIUM

Qualche frase presa direttamente dall’Evangelii Gaudium di Francesco, l’enciclopedica esortazione apostolica resa nota all’indomani della conclusione dell’Anno della fede, lo scorso novembre. “Mentre i guadagni di pochi crescono esponenzialmente, quelli della maggioranza si collocano sempre più distanti dal benessere di questa minoranza felice. Tale squilibrio procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria” (paragrafo 56 dell’Evangelii Gaudium).

L’INTESA SUL TERRENO DELL’ECONOMIA E DELLO SVILUPPO

Il tema di quell’appunto aveva a che fare con la diseguaglianza economica nel mondo. Certo, nota Politico, nel passaggio estrapolato da Obama c’è tanta retorica, ma anche qualcosa di più: l’indicazione che la Casa Bianca vede nel Pontefice gesuita un possibile alleato sul terreno dell’economia, della povertà e dell’attenzione allo sviluppo ineguale. Obama sa quanto sia sensibile l’opinione pubblica americana su tali questioni, ha visto i sondaggi interni che danno l’indice di gradimento del Papa a livelli altissimi, il doppio rispetto al suo: 88 per cento di cattolici a favore di Bergoglio, con l’85 per cento che definisce Francesco né troppo liberale né troppo conservatore. E il mettersi sulla scia del nuovo Papa che scalda le folle può essere vantaggioso per un presidente che fatica a ritrovare lo smalto che lo portò, nel 2008, in Pennsylvania Avenue. Proprio coltivando fin nel dettaglio il contatto con le masse.

LE ANALISI ECONOMICHE SBAGLIATE SECONDO IL FINANCIAL TIMES

L’idea, notava qualche osservatore d’oltreoceano, potrebbe essere quella di stabilire un’intesa sulla falsariga di quella tra Giovanni Paolo II e Ronald Reagan. Se allora, negli anni Ottanta, l’elemento d’unione fu la guerra al comunismo, ora potrebbe essere la lotta alla povertà. Non è un caso che nei settori conservatori d’America sia subito montata la polemica, con il popolarissimo Rush Limbaugh che dalle frequenze della sua radio tuonava contro il Papa, definendolo “nient’altro che un marxista”. Più raffinata, ma non tanto dissimile, il giudizio del Financial Times: “Sull’economia mondiale sbaglia analisi”. Si differenziavano i giornali liberal, soprattutto quelli della East Coast tanto vicini all’attuale inquilino della Casa Bianca. Il New Yorker dedicava all’angelo della neve Bergoglio la copertina pre-natalizia. Pochi, nel lunghissimo ritratto del Papa argentino, erano però i riferimenti ai temi che più negli anni hanno creato dissapori tra Roma e Washington, a partire da aborto e nozze tra omosessuali.

LA FREDDA NOTA DOPO L’UDIENZA CON BENEDETTO XVI

Il punto è proprio questo, continua Politico Magazine. Se si prende la nota ufficiale emessa dall’Amministrazione americana al termine del colloquio tra Obama e Benedetto XVI, in Vaticano, si nota che il presidente sottolineava “la relazione molto forte tra i nostri due paesi”. Paesi. Certo, la Città del Vaticano anche se piccolissima è pur sempre uno stato. Ma quella parola non era casuale: “Obama riconosceva solo una parità politica, non un’autorità morale”, scrive Candida Moss. Forse è un po’ troppo soffermarsi su un vocabolo soltanto, anche perché non si ha la controprova. Arriverà probabilmente a marzo, quando il presidente americano è atteso (secondo varie fonti, ma nulla c’è d’ufficiale) in visita ufficiale Oltretevere.

IL RICONOSCIMENTO DI UN RUOLO MORALE

Nella sua analisi, Politico Magazine spiega come “le cose con Francesco siano chiaramente diverse” rispetto al predecessore. Con quella citazione nel discorso di dicembre, “Obama ha riconosciuto a Francesco un ruolo morale e un modello da seguire”. E questo, aggiunge l’autrice, “solo cinquant’anni dopo che John Fitzgerald Kennedy, primo e uno presidente cattolico degli Stati Uniti, dichiarò che egli mai avrebbe preso ordini al Papa”. La differenza è principalmente una: Francesco ha persuaso il mondo “che egli non è un politico, e facendo ciò, è diventato l’uomo politicamente più influente del mondo”.


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