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Il tip tap di Letta e Vendola fa innervosire Confindustria

La Trans Adriatic Pipeline (Tap), il gasdotto che dovrebbe portare 10 miliardi di metri cubi di gas dall’Azerbajian all’Europa approdando sulla costa adriatica salentina, è il nuovo oggetto del contendere tra un territorio – Regione Puglia in questo caso – da un lato e mondo industriale dall’altro.

LA BOCCIATURA DELLA REGIONE
Nei giorni scorsi il Comitato per la Valutazione d’Impatto Ambientale (Via) della regione governata da Nichi Vendola ha detto “no” all’approdo dell’infrastruttura sulle coste del Salento (San Foca) assestando un colpo, per fortuna non ancora definitivo, all’investimento.

LE REAZIONI
Alla notizia ha fatto seguito la soddisfazione del Comitato No Tap, contrario all’opera infrastrutturale, ma anche il disappunto di Giampaolo Russo, country manager di Tap per l’Italia, che in un’intervista ha ribadito la volontà di investire sul gasdotto, anche identificando un sito alternativo (Brindisi?) con l’aiuto dell’esecutivo guidato da Enrico Letta.

LE CRITICHE DI CONFINDUSTRIA
Alla rabbia dell’azienda si sono oggi sommate le critiche di viale dell’Astronomia. Dalle pagine del quotidiano diretto da Roberto Napoletano, il vice presidente di Confindustria, Alessandro Laterza, partendo dall’opposizione dell’ente chiede la riapertura di un confronto. “Credo che il parere del comitato regionale non chiuda tutti i margini ma lasci aperti degli spazi. E allora tocca al Governo convocare Regione Puglia e società Tap per un chiarimento di fondo perché nessuno può sottovalutare la valenza strategica dell’opera. Un investimento da 40 miliardi approvato dall’Unione Europea e soggetto a trattati internazionali“.

MOTIVI IGNOTI
Francamente – aggiunge Laterza sul Sole 24 Orenon ho capito i motivi veri dell’opposizione al gasdotto da parte del territorio. Non mi pare che le osservazioni fatte abbiano validamente argomentato i rischi e i pericoli che si intravvedono col gasdotto. Stiamo parlando di un impianto il cui impatto ambientale è molto contenuto e per il quale sono stati fatti degli studi e date delle garanzie. Bisogna quindi riprendere il dialogo – insiste Laterza – perché quello che c’è stato a Lecce lo scorso 27 dicembre non è stato un confronto, ma un’arena dove prevale la tifoseria contraria all’opera“.



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