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Jobs Act, pure McDonald’s (e non solo Eataly) fa panini d’oro per Renzi

Tutti pazzi per Matteo Renzi e il suo Jobs Act. Il piano-lavoro lanciato dal segretario del Pd raccoglie consensi quasi unanimi tanto nel mondo sindacale – con gli apprezzamenti di Cisl e Cgil – tanto quanto nel mondo delle grandi imprese – dal patron di Eataly, Oscar Farinetti, renziano della prima ora.
Ma il progetto del sindaco di Firenze di mettere mano al mercato italiano dell’occupazione raccoglie anche un altro inaspettato quanto pesante “endorsement alimentare”: quello del colosso mondiale del fast-food McDonald’s.

LE PAROLE DI MASI
Per Roberto Masi, amministratore delegato di McDonald’s Italia, la prima bozza di Jobs Act va giudicata positivamente. “Una proposta concreta – spiega – per uscire dall’emergenza occupazione, non sarà ancora completa ma almeno è una proposta. Non posso che applaudire alla volontà espressa nel documento di Renzi di sostenere le imprese che investono e soprattutto che creano lavoro in Italia. Noi lo stiamo facendo: 1.000 nuovi posti di lavoro nel 2013 e altrettanti pianificati nel 2014”.

LA PROPOSTA A RENZI
L’azienda americana considera apprezzabile anche il coinvolgimento riservato al mondo produttivo, che nelle intenzioni di Renzi dovrebbe essere consultato per la definizione del documento finale. Al quale McDonald’s contribuisce con un suggerimento. “Apprezziamo l’apertura al confronto con la società civile per la stesura definitiva del Jobs Act e vogliamo dare il nostro contributo, sottolineando la necessità di sostenere le aziende che assumono ma anche di dare valore alle aziende che investono in formazione. La formazione aziendale è un volano importante per la “impiegabilità” dei giovani sul mercato del lavoro. Noi ogni anno investiamo circa 800.000 ore di formazione dedicate ai nostri dipendenti. In Francia questa formazione è equiparata a un titolo di studio professionale e riconosciuta a livello nazionale. In Italia questo non è possibile. Suggeriamo a Renzi e ai suoi collaboratori di valutare anche questa proposta”.

LA RICERCA DI MCDONALD’S
Ma la parte più interessante del Jobs Act per la multinazionale Usa rimane quella destinata a creare le condizioni per facilitare e incentivare gli investimenti stranieri e il loro impatto positivo sull’economia della Penisola.
Impatto che la stessa McDonald’s ha provato a calcolare con una ricerca commissionata alla SDA Bocconi che ha misurato l’impatto occupazionale del gigante della ristorazione in Italia e le sue proiezioni al 2015.
La ricerca, che ne misura sia l’impatto diretto sia l’impatto indiretto, mette in luce come oltre ai 17.500 dipendenti e ai 122 franchisee, il sistema McDonald’s nel 2013 abbia dato lavoro ad altre 6.450 persone per un totale di 24.072 posti di lavoro.
Numeri che per il 2015 la ricerca della SDA Bocconi stima in crescita, con 27.160 occupati, 19.800 dei quali diretti, con un aumento del 29% rispetto al 2010. Parallelamente, i ristoranti saranno 555, con un aumento del 26% dal 2010.



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