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La grande bellezza non esiste più

Certo che fare una legge elettorale decente (ammesso che quella proposta lo sia) è importante perché ci fa uscire da un lungo periodo di disamorata partecipazione politica. Ma se siamo stati ostaggio per lunghi mesi (anni) del privato berlusconiano, adesso non possiamo diventare nuovamente ostaggi del “nuovo” PD renziano. Ci sono questioni molto importanti, epocali e serie sulle quali nessuno esprime nulla, neanche idee sbagliate. Qual’è la posizione italiana su questi temi? Che pensano i quarantenni (Letta, capo del governo; Alfano, Lupi)? E i membri della neo nominata segreteria del PD? E il Quirinale? Papa Francesco alcune idee chiare le ha trasmesse con incredibile forza nella sua lettera Evangelii Gaudium. L’Italia esiste ancora o si è sciolta per insipienza e mediocrità collettiva?

Tra le tante ne sollevo, abbozzandole, solo alcune:

a) I debiti sovrani, per intenderci quelli degli Stati e delle amministrazioni pubbliche, devono essere gestiti in tutto l’Occidente –USA, Europa, Giappone – in modo diverso da quelli privati – banche, aziende, cittadini. Il gioco di prestigio che la crisi ha imposto, spostando l’attenzione dagli enormi debiti privati a quelli degli Stati, non reggerà a lungo. Già nel marzo 2013 il leader greco del maggiore partito della sinistra ellenica, Alexis Tsipras portavoce di Syriza e possibile futuro primo ministro, aveva lanciato la proposta di avviare al più presto una ‘conferenza europea sul debito’. Tsipras è stato deriso da destra e da sinistra, dalla Grecia ad altrove. Ora è un importante rappresentante del liberal-capitalismo tedesco, il presidente dell’Ifo – Istituto di ricerche economiche di Monaco – Hans-Werner Sinn, un economista che è un bastione della ortodossia tedesca, implacabile fustigatore dei peccatori mediterranei, che chiede la stessa cosa: una conferenza europea sul debito pubblico.

b) Senza riforme strutturali –per capirci, quelle che negli anni ’80 l’Occidente ha imposto al resto del mondo, cambiandone i fattori sociali e dello sviluppo – nel 2023 (tra 10 anni!) la qualità della vita europea sarà al 60% di quella americana, peggio di come era nel 1960. Chi lo scrive è la direzione generale della Commissione europea diretta da un italiano (prodiano), Marco Buti, nell’ultimo rapporto trimestrale sulle prospettive dell’eurozona. Mentre Buti sembra essere un candidato per la ben remunerata (ma inutile) nuova posizione di presidente dell’authority italiana “ufficio parlamentare di bilancio”, nessuno, ma proprio nessuno, si è preso la briga di scrivere su quanto è stato pubblicato dall’UE.

c) Come uscire dallo “stato stazionario”? Per capirci si tratta di quello che già Adam Smith nella sua Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni che chiariva come le elite di potere sono avverse a “scassare” i sistemi distributivi, e pertanto “che non sia mai”. L’Italia (ma anche la Francia) stanno morendo perché sono stati “stazionari”. Già Niccolò Machiavelli aveva capito che bisognava “scassare” tutto –l’impegno degli ottimisti – mentre i pessimisti malinconici preferiscono “modificare” per lasciare le cose intatte.

d) Il mondo sta cambiando rapidamente – che piaccia o meno agli autocrati di Bruxelles – entrando nella storia post-westfaliana, dopo gli stati, che ormai non controllano più neppure le proprie banche centrali – poteri autonomi fatti da soggetti privati. I Bitcoin sono un’esperienza che si sta diffondendo rapidamente, imperfetta, e agli albori, ma pur sempre un chiaro sintomo di superamento della vecchia concezione del XIX secolo che vedeva lo stato onnipotente. La rivoluzione dei Bitcoin supera le velleità logorroiche grilline e di altri apostati dell’euro, eliminando il signoraggio bancario. Il mondo in cui viviamo è 3D, non solo nei televisori, e la capacità di innovazione che la rete sprigiona sta mettendo in seria crisi le elites tradizionali che tentano di fermarne l’onda d’urto. Tuttavia, è chiaro che il futuro non è nell’altro ieri ma nel dopodomani, che si avvicina a passi velocissimi.

A tutte queste domande e questioni i lirici e i retorici italiani non dedicano alcuna attenzione. Questa è la ricetta per la sparizione epocale!

La grande bellezza non esiste più, nonostante Sorrentino, perché Pasolini quarant’anni fa l’aveva già profetizzato.



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