Inizio dell’anno denso per Fincantieri che, forte degli stanziamenti a favore della Marina Militare, approvati con la Legge di stabilità, si avvia a far lavorare a pieno ritmo i suoi cantieri, fino a qualche mese fa a serio rischio chiusura. Proprio ieri la società ha firmato con Seabourn (Gruppo Carnival) un contratto per la costruzione di una nave da crociera extra-lusso, da consegnare nel 2016, mentre martedì scorso ai cantieri del Muggiano (La Spezia) è stato completato il varo della nave Kalaat Beni Abbes, unità BDSL (Bâtiment de Débarquement et de Soutien Logistique) destinata a divenire la futura ammiraglia della Marina Militare algerina.
COMMESSE CIVILI E MILITARI
La nave, lavorata nei cantieri di Riva Trigoso (Genova) per circa 2 anni, è parte di un programma di cooperazione italo-algerina, che attribuisce alla Marina italiana pieno coinvolgimento nell’addestramento del primo equipaggio. Nuovi carichi di lavoro anche a Palermo, grazie ad un accordo con il sindacato locale per il rilancio del cantiere navale, che prevede investimenti impiantistici e assegnazione di carichi di lavoro, tra cui la trasformazione di 4 navi della Msc, la realizzazione di 22 paratoie metalliche in acciaio per la bocca di porto del S. Nicolò di Venezia e alcune commesse riguardanti le riparazioni navali di alcune navi traghetto.
IN VISTA DELLA LA PRIVATIZZAZIONE
Successi commerciali dunque sia nel settore militare che in quello crocieristico, in attesa della privatizzazione della società, prevista dal piano dismissioni del governo Letta per il 2014, e che Fincantieri auspica realizzarsi in breve termine. “Fincantieri sarà quotata in Borsa prima dell’estate con una quota non di controllo”, ha detto il presidente della società, Vincenzo Petrone, a margine di un convegno, ribadendo quanto in precedenza detto dall’amministratore delegato del gruppo Giuseppe Bono, che cioè la società sta lavorando al progetto d’intesa con l’azionista.
UNA FLOTTA IN CRESCITA
Il grosso del lavoro arriverà ovviamente a Fincantieri dalla Marina italiana, grazie al finanziamento ventennale approvato dal governo con la Legge di stabilità. Sostenuto con forza dall’ammiraglio De Giorgi, capo di stato maggiore della Marina, per stoppare – come ha detto al mensile Airpress – “l’emorragia di navi che sta colpendo la Forza Armata”, il finanziamento da 5,8 miliardi di euro (la cosiddetta “Legge navale”) a supporto della cantieristica nazionale, servirà alla costruzione di una dozzina di nuove navi duali, con “grandi opportunità di export” assicurano Forza Armata e Difesa, che si andranno ad aggiungere ai mezzi già in dotazione e che, nell’arco dei prossimi 20 anni, porteranno al raddoppio delle unità attualmente in uso.