Brindisi, una delle capitali italiane dell’industria elettrica, chimica ed aeronautica, registra segnali di ripresa, avvertiti anche nel suo hinterland ed è bene che facciano notizia, anche per sottolineare l’impegno di imprenditori, manager e maestranze non solo nel governare una congiuntura che manifesta un’inversione di tendenza, ma anche per segnalare i persistenti punti di forza del manifatturiero locale e dei comparti ad esso collegati. Gli 11 top player dell’industria locale – Versalis Eni, LyondellBasell, Jindal, Sanofi Aventis, Ipem, GE Avio Aero, Agusta Westland, Salver, Enel, Enipower ed Edipower – occupano quasi 4.000 addetti diretti e oltre 2.000 nell’indotto.
IL COMPARTO AERONAUTICO
I 3 big player del comparto aeronautico – Avio Aero della GE Aviation, Agusta Westland e Salver – stanno rafforzando la loro presenza sui rispettivi mercati e, fruendo di contratti di programma sottoscritti con la Regione Puglia, completano o si accingono ad avviare piani di investimento cofinanziati dall’Ente. La Salver del Gruppo Graziano, presidente dell’Unione Industriali di Napoli, dopo aver acquisito una commessa ventennale dalla canadese Bombardier, ha assunto 60 nuovi addetti fra i quali alcuni ingegneri aeronautici, raggiungendo i 300 occupati e annunciando che potrebbe nei prossimi due anni toccare le 500 unità ad altissima qualificazione professionale. Avio ed AgustaWestland hanno entrambe sottoscritto contratti di programma con la Regione e li stanno rendicontando, la prima per 42,3 milioni di investimenti ammessi e 13,1 milioni di agevolazioni riconosciute e la seconda per 11,5 milioni di investimenti con 3,4 milioni di agevolazioni.
LA PRESENZA DI ENI
La Versalis del Gruppo Eni ha annunciato nelle scorse settimane la fermata a partire dall’inizio dell’anno con investimenti per 50 milioni e 500 nuovi occupati per sei mesi nell’esecuzione dei lavori da parte delle aziende impiantistiche che li eseguiranno. Lo steam cracker di Brindisi, com’è noto, è fra quelli di Porto Marghera, Priolo e Porto Torres il più moderno dei 4 posseduti dalla società, leader in Italia nel comparto e fra le prime in Europa: il revamping del sito locale, pertanto, conferma il ruolo strategico dell’impianto il cui indotto è rilevante non solo nelle manutenzioni – con una occupazione giornaliera di circa 300 persone – ma anche nella movimentazione portuale, stimabile in cento navi all’anno, e nelle esportazioni provinciali, anche se la parte più rilevante della produzione è inviata alla sede centrale di San Donato Milanese, da dove poi è anche esportata.
L’INDUSTRIA FARMACEUTICA
Sempre nel comparto chimico, ma questa volta nel farmaceutico, la multinazionale francese Sanofi Aventis, dopo aver completato un precedente piano di investimenti di 20,3 milioni – cofinanziato dalla Regione con un contratto di programma e agevolazioni per 5,5 milioni – si accinge a varare un nuovo intervento che rafforzerà la competitività del sito e il suo ruolo strategico nella scacchiera di quelli posseduti dalla società in Italia: anche in questo caso la Regione affiancherà i francesi con un cofinanziamento di circa 8,4 milioni, veicolati da un nuovo contratto di programma per investimenti di 28,2 milioni.
LA CENTRALE DELL’ENEL
L’Enel – la cui megacentrale a carbone da 2.640 Mw, insieme a quella dell’Enipower a metano da 1.300 Mw e dell’Edipower da 640 mw (in ristrutturazione) consente a Brindisi di essere il primo polo energetico del Paese per capacità installata – sta portando innanzi il nuovo piano di investimenti da 400 milioni che include la copertura del carbonile e l’ulteriore miglioramento della performance ambientale della Federico II (nella foto) nella quale – dopo il pensionamento di un certo numero di dipendenti – verranno assunti 20 nuovi addetti che si aggiungeranno agli oltre 400 diretti già in servizio. Nonostante il rallentamento a livello nazionale della domanda di energia – e malgrado una minore redditività del sito di generazione, in cui si dovranno pure ammortizzare i nuovi investimenti – la società elettrica continua i suoi interventi rispondendo ancora una volta alla sfida di elevare la ecosostenibilità della megacentrale.
IL RUOLO DELL’INDOTTO
Ma non sono solo i big player dell’industria aeronautica, chimica ed energetica a tirare con i loro investimenti: anche piccole ma qualificatissime aziende impiantistiche locali stanno lavorando a prestigiose commesse che evidenziano un loro progressivo sganciamento dalla committenza delle grandi imprese del territorio, certamente ancora apprezzata, ma non più sufficiente per garantire fatturato e redditività alle società che la ricevono. Ci si riferisce in particolare alla Epi srl., specializzata da anni in servizi per l’impiantistica industriale e in costruzioni meccaniche, ed ora impegnata, con il supporto scientifico del CETMA, nella messa a punto di nuove macchine per la lavorazione di materiali compositi, e alla D.F. Engineering e Management di Mesagne, che sta lavorando in partnership con una grande società nipponica ad un imponente progetto per la costruzione di centrali di solare termodinamico di nuova generazione in Sardegna.
L’USCITA DALLA CRISI
Insomma grandi e piccole industrie del brindisino stanno affrontando questa complessa fase della congiuntura con una politica aggressiva per volumi di investimenti avviati, segmenti di mercati aggiuntivi e nuove tipologie di prodotti e servizi. E tutti questi interventi potrebbero considerarsi così la risposta più forte e propositiva a coloro che ritengono (erroneamente) ormai esaurito l’attuale modello di sviluppo del capoluogo, più che mai collocato invece con il suo patrimonio tecnologico e gli elevati livelli occupazionali assicurati nella scenario della competizione globale.
Federico Pirro – Università di Bari – Centro Studi Confindustria Puglia