L’annuncio è arrivato in occasione del summit sull’esplorazione spaziale in corso a Washington ed è stato fatto dal numero uno della Nasa, Charles Bolden: l’amministrazione Obama ha deciso di estendere la vita operativa della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) fino al 2024.
NUOVO IMPULSO
La data prevista per la cessazione delle attività di ricerca condotte sull’avamposto spaziale, che a dicembre ha compiuto 15 anni, doveva essere il 2020, ma esigenze scientifiche e opportunità di business hanno convinto la Casa Bianca a proseguire con questa importante impresa, considerata il più grande programma di cooperazione scientifica mai realizzato, nonché l’opera di ingegneria più imponente.
LA PAROLA AI PARTNER
Adesso si tratterà di trovare il consenso formale degli altri partner internazionali del programma: Europa, Canada, Russia e Giappone, ma pare che il supporto alla decisione sia già arrivato, anche alla luce delle motivazioni fornite dagli americani, che intendono adoperarsi – unitamente agli altri Paesi coinvolti – per individuare attività in grado di attrarre sull’avamposto investimenti privati e generare così ritorni economici di tutto rispetto.
COSTI DI TRASPORTO IN DIMINUZIONE
Oltre a questo, dopo l’ingresso dei privati nelle missioni cargo per il rifornimento della Stazione – attualmente sono 2 le aziende sotto contratto con l’Agenzia Usa – l’estensione permetterà alla Nasa di diminuire i costi affrontati per ogni missione e parallelamente di concentrare tempo e soprattutto risorse sullo sviluppo del nuovo programma spaziale composto da un razzo pesante e dalla nuova capsula, destinata al trasporto degli astronauti nello spazio, dopo il “pensionamento” dello Space Shuttle. I costi del prolungamento fino al 2024, si parla di circa 3 miliardi di dollari per ogni anno, saranno assicurati, per parte americana, dal Congresso, che utilizzerà i fondi previsti per lo “smantellamento” della struttura orbitante.
AVANTI TUTTA CON LA RICERCA
“L’estensione – ha detto l’amministratore della Nasa – permetterà innanzitutto di completare quelle attività di ricerca necessarie a supportare le missioni umane di lunga durata pianificate fuori dalla bassa orbita terrestre, incluse le nostre verso un asteroide entro il 2025 e verso Marte nel decennio 2030-2040”. “In secondo luogo – ha aggiunto Bolden -, l’attività portata avanti sulla ISS continuerà ad accrescere le scoperte a vantaggio dell’intera società, come quelle in campo medico e industriale”.
IL CONTRIBUTO DELL’ITALIA
In orbita dal 1998 a 400 chilometri dalla superficie terrestre, la Stazione è stata assemblata pezzo per pezzo in oltre 40 missioni dai partner del programma, che per parte europea è sostenuto finanziariamente da Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Svizzera mediante l’Agenzia Spaziale Europea. L’Italia in particolare, grazie ad un accordo bilaterale con la Nasa, ha realizzato circa metà della parte abitativa della Stazione. Nel nostro Paese infatti sono stati costruiti i Nodi 2 e 3, la “Cupola”, il modulo abitativo permanente Leonardo e le strutture del laboratorio ESA Columbus, oltre al modulo di trasporto delle navette ATV.