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Perché Berlusconi gongola con l’Italicum. Parola del prof (renziano) D’Alimonte

Berlusconi contrario ai collegi uninominali? “Perché con la legge Mattarella lui prendeva nei collegi un milione e mezzo di voti in meno rispetto a quelli che otteneva con le liste di partito”. E’ una delle ragioni per cui il Cavaliere gongola con l’Italicum, così come certifica a Repubblica il politologo Roberto D’Alimonte, docente universitario alla Luiss ed esperto di sistemi elettorali. Ecco come D’Alimonte, che ha collaborato con Matteo Renzi sull’accordo elettorale, spiega al quotidiano diretto da Ezio Mauro i termini dell’intesa.

SOGLIA
La soglia fissata per il premio, 35 per cento, secondo molti critici sarebbe troppo bassa per giustificare il premio di maggioranza, ma D’Alimonte osserva di non essere riuscito ad alzarla, perché evidentemente Berlusconi spera di vincere al primo turno, “evitando il ballottaggio al quale continua a guardare con un po’ di diffidenza”. Il politologo che è stato accanto a Matteo Renzi nella trattativa con Berlusconi, osserva che l’ostilità del senatore decaduto ai collegi uninominali e al doppio turno si basa sul fatto che “lui è convinto che al secondo turno molti dei suoi elettori non vadano a votare, per pigrizia”. Anche se il caso di ballottaggio “successivo” è stato poi metabolizzato dal suo staff.

PREMIO E SBARRAMENTO
A seguito dello sbarramento al 5 per cento dovrebbero sopravvivere solo cinque partiti: Pd, Fi, Ncd, M5S e Lega. “Poi è probabile che Storace, La Russa e qualche altro presentino i loro simboli ma si procurino dei posti sicuri nelle liste di Berlusconi”. E ancora, i collegi uninominali proporzionali del vecchio Senato, che logicamente potrebbero essere compatibili con il meccanismo adottato, non sono graditi a Berlusconi, perché, secondo il politologo, “vuole controllare lui chi verrà eletto, mentre con i collegi proporzionali non potrebbe farlo, perché i risultati sarebbero difficilmente prevedibili”.

MULTIPLE ADDIO
Niente candidature multiple, come ad esempio quelle dei leader, Forza Italia è nettamente contraria. Circostanza che per i leader dei piccoli partiti risulterebbe “una roulette russa: Alfano, Casini, Mauro potrebbero non essere eletti e questo mi fa pensare che forse rispunteranno”.



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