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Vietato festeggiare troppo con i dati Istat sulla fiducia delle imprese

Il dato in rialzo della fiducia delle imprese di gennaio è meno buono di quello che appare. Al di là del clima più positivo nei servizi e nel commercio, preoccupano la battuta d’arresto nella manifattura e il marcato deterioramento nelle costruzioni.

Nella manifattura il segnale evidenzia un’attenuazione della fase di rialzi produttivi sperimentata negli ultimi mesi. Vi influisce un ciclo delle scorte che ha presumibilmente contribuito a sospingere la produzione a fine 2013 e che ora agisce in senso inverso. Gli sbocchi per le vendite crescono a un ritmo lento, come mostrano la persistente debolezza degli ordini interni e la percentuale ancora elevata di imprese che vedono nell’insufficienza di domanda il principale ostacolo all’aumento della produzione.

Questo si verifica in un quadro in cui il razionamento del credito non si riduce. Anzi la percezione da parte delle imprese industriali è semmai quella di un inasprimento: il 15,6% delle aziende che hanno domandato credito dichiara di non averlo ricevuto, percentuale che sale al 19,3% tra le piccole.

Infine, la netta caduta della fiducia tra le imprese di costruzione sembra prolungare a inizio 2014 il forte deterioramento della produzione del settore sperimentato nel IV trimestre dello scorso anno, dopo i segnali di recupero che si erano evidenziati nella parte centrale dello scorso anno.

Uno sguardo d’insieme conferma per l’economia italiana un quadro di debole ripresa, in presenza di elementi di fragilità esacerbati da una domanda interna ancora molto bassa e da una persistente, forte difficoltà di accesso al credito bancario. Questi sono i fattori su cui dovrebbe provare ad agire una politica economica volta al rafforzamento della crescita.



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