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Restano in volo gli elicotteri Agusta in India

Nonostante la scelta del governo indiano di interrompere il contratto per l’acquisto di 12 elicotteri AgustaWestland, Nuova Delhi avrebbe deciso di non inserire Finmeccanica e la sua controllata nella “black list” delle aziende messe al bando dal mercato locale.

DUPLICE ATTEGGIAMENTO
Una scelta, quella indiana, che è stata svelata nei giorni scorsi da Defense News e che fa il paio con la volontà di non procedere allo stop di altri contratti avviati con altre aziende del colosso aerospaziale (tra cui Wass, che sta aggiornando alcuni siluri superleggeri).
Così “da un lato” – spiega Il Sole 24 ore – “il governo indiano ha provato a mostrare il pugno di ferro interrompendo il contratto con AW, dall’altro però ha scelto di non andare al muro contro muro bandendo Finmeccanica e negando la richiesta di arbitrato“.

ALLARME SICUREZZA
Cosa ha provocato questo atteggiamento ambivalente? Il quotidiano The Hindu ha riportato le preoccupazioni della security indiana, dal momento che Nuova Delhi non ha al momento un piano di sostituzione degli AW101, considerati tra i top del segmento. Ciò potrebbe minare in modo importante la sicurezza delle prime cariche politiche indiane.

UN DANNO ECONOMICO
Ma ad allontanare l’idea di un black listing del gruppo italiano ci sarebbe anche l’ipotesi, spiegata in un’analisi del sito specializzato Defence World, secondo cui dall’esclusione di Piazza Monte Grappa dalle future gare potrebbe derivare un ingente danno economico per l’India. Un “balzello” derivante dai prezzi più elevati da pagare in mancanza di un concorrente chiave come Finmeccanica.

NUVOLE ALL’ORIZZONTE?
Ma le nuove notizie che giungono dall’India non sono solo positive. Uno degli effetti dell’inchiesta “che vede indagato per corruzione internazionale l’ex numero uno del gruppo Giuseppe Orsi e l’ex ad della società elicotteristica Bruno Spagnolini” e che ha portato all’annullamento della commessa, aggiunge il quotidiano di Confindustria, potrebbe essere il “sequestro delle garanzie bancarie versate a copertura dei pagamenti e che ammonterebbero a 250 milioni di euro (più 28 milioni di euro di performance bond)“. Un’eventualità che, sebbene non ci siano conferme ufficiali da parte del governo indiano, avrebbe spinto l’azienda a tutelarsi “chiedendo alle banche di bloccare qualsiasi richiesta in tal senso“.



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