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Fondata sull’opinione (infondata)

L’Italia è quel palcoscenico ospitale sul quale le opinioni non richieste vengono gridate, liberamente – ci mancherebbe altro. Quel tale, che sarebbe un sindacalista, sta a sindacare su questioni di guerra e di pace, tutte riguardanti Paesi lontanissimi, come Israele o l’Afghanistan; quell’altro, che sarebbe stato un giudice, sta a giudicare dell’opportunità di una riforma del mercato del lavoro; e quell’altra, che sarebbe una costituzionalista, sta costituendo un gruppo di cittadini che sono fortemente indignati, riguardo al fatto che il capo del PD, il quale non dovrebbe essere il capo il PD, abbia incontrato il capo di Forza Italia, e strillano e cercano il giornalista più vicino, affinché possa concedere loro un microfono, o un megafono, meglio.

Vabbè. Non si può non ascoltarli, d’altronde, perché da tutti i media le loro voci giungono, occupano le nostre orecchie: e non possiamo, noi, manco stare a reclamare il diritto all’espressione amplificata del nostro punto di vista sulle ricerche del CERN: se non siamo riusciti a reperire né un giornalista vicino di casa, né un invito televisivo, la colpa è nostra, semplicemente.


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