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La Francia di Hollande tra voglia di grandeur ed economia al collasso

La Francia fatica a rinunciare alla grandeur dei tempi andati. E così, mentre sul piano internazionale si affanna a voler recitare ancora un ruolo da protagonista – dall’attacco in Libia al conflitto in Mali, passando per la crisi siriana e i negoziati sul nucleare iraniano – sul versante economico, quello che conta davvero in un mondo globalizzato e multipolare, imbarca acqua da tutte le parti, col rischio concreto di affondare.

OBIETTIVI LONTANI
Impegnato in queste ore in una visita negli Stati Uniti, il presidente francese François Hollande deve inghiottire l’ennesimo boccone amaro riguardante la boccheggiante economia transalpina. Parigi, spiega oggi il britannico Financial Times, rischia di non raggiungere i suoi obiettivi di riduzione del deficit e di perdere così la propria credibilità finanziaria. Un’eventualità che potrebbe portare a un ulteriore declassamento da parte delle agenzie di rating e avvicinerebbe la Francia molto più ai Paesi periferici dell’Unione in difficoltà economica, i Pigs e l’Italia, che non al benestante Nord Europa.

LA DENUNCIA DELLA CORTE DEI CONTI
La denuncia, riporta il quotidiano finanziario, è giunta ieri dalla Corte dei Conti francese, che ha annunciato che esiste un rischio significativo che il target del rapporto deficit/Pil fissato dal governo transalpino per il 2013 al 4,1% – di per sé già una concessione della Commissione europea rispetto ai vincoli ordinari del 3% – non venga rispettato. A pesare sull’economia francese sono per molti analisti la scarsa competitività e l’alta spesa pubblica, che sfogano i loro effetti in un’alta disoccupazione e in un costante aumento del debito.

I TRAVAGLI DEL GOVERNO
Già nei mesi scorsi si era insistentemente parlato di un piano di dismissioni e privatizzazioni di Parigi, poi accantonato, e di un innalzamento delle tasse che aveva generato proteste in tutto il Paese. Una crisi interna che Hollande ha messo a tacere per poco tempo prima protestando platealmente ma in modo poco incisivo contro le politiche di austerità imposte a Bruxelles dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, e poi grazie al clamore mediatico della sua liasion con l’attrice Julie Gayet, ma che ora sta nuovamente per esplodergli in mano.

RECORD DI FALLIMENTI
E se spesso le opinioni provenienti dalla City londinese possono non essere del tutto scevre da valutazioni di interesse nazionale, che l’economia francese sia in crisi lo si deduce anche dando un’occhiata all’ultimo barometro Coface, che registra quello passato come un anno nero per le aziende francesi. Secondo l’ufficio studi della compagnia assicurativa, la Francia ha segnato nel 2013 un record di fallimenti delle imprese, con un totale di 63.452 fallimenti, per un costo finanziario di oltre 4,8 miliardi di euro. Un dato in aumento del 5,3 rispetto al 2012. Il fenomeno ha anche un impatto negativo dal punto di vista sociale, con circa 211.716 posti di lavoro a rischio. Per il conservatore Le Figaro, bisogna risalire al 2009, anno della crisi di Lehman Brothers, per trovare un risultato altrettanto negativo (63.204 fallimenti).


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