Il Tribunale di Torino ha chiesto nove mesi di reclusione a Beppe Grillo per aver violato un sigillo apposto dalle Forze dell’Ordine in Val di Susa durante una manifestazione No Tav. Un sigillo che però era già stato tolto, forse dal vento o da qualcun altro.
Adesso Grillo, con una richiesta di condanna sulle spalle si dice: “calmo e sereno”. Sì, ha detto proprio “calmo e sereno”. Proprio lui che l’altro giorno ha fatto il diavolo a quattro parlando di “Colpo di Stato”, in riferimento alla vicenda della ghigliottina applicata dalla Presidente della Camera Laura Boldrini.
Personalmente a me avrebbe bruciato di più se mi avessero accusato di una cosa che in realtà non ho fatto. Ma va bene, se lui è calmo e sereno meglio per tutti. Però il dubbio di una paraculata ti viene guardando il suo video messaggio lanciato dal blog: Grillo sa bene che con un’accusa simile non ci andrà mai in carcere (solo per dirne una non c’è finito nemmeno Umberto Bossi con quel suo “butti il tricolore nel cesso”) e adotta la tattica di chi fa la resistenza partigiana contro una giustizia politicizzata, che sembra fare di lui un martire, un eroe.
Un teatrino già visto per troppi anni quello della politica contrapposta alla giustizia. Ma a quanto pare ci risiamo. Che lo spettacolo abbia inizio (ancora).
