La genetica umana non smetterà mai di stupirci. Un lavoro appena pubblicato sulla rivista americana PNAS ha analizzato recentemente l’effetto della peste nera sull’evoluzione del nostro genoma. Per peste nera (o morte atroce) si intende la grande epidemia che uccise tra un terzo e metà della popolazione europea durante il XIV secolo. Ma la peste ha mietuto molte vittime in Europa per centinaia di anni.
Non è facile a priori immaginare come poter studiare l’effetto della peste sul genoma. Perché se semplicemente confrontiamo le differenze genetiche tra due popolazioni, di cui una sola una ha subito la pestilenza, troveremo molte differenze che non hanno nulla a che fare con quello a cui siamo interessati.
Mihai Netea, un immunologo in Olanda ha deciso studiare l’effetto della selezione naturale sul genoma umano sfruttando il fatto che nel suo paese d’origine, la Romania, esistono due gruppi etnici ben distinti: i Rom ed i Rumeni europei.
I Rom – comunemente noti come zingari – sono arrivati in Europa dal nord dell’India un migliaio di anni fa. E per 1000 anni sono rimasti una popolazione separata, chiusa, con pochi matrimoni misti. Proprio per questo da un punto di vista genetico sono molto più simili agli indiani che agli europei. Tuttavia, convivendo in uno stesso territorio con gli europei rumeni, hanno sperimentato le stesse malattie, tra cui la peste nera, che invece non ha raggiunto l’India settentrionale.
Dato che 1000 anni sono pochi evolutivamente non è sorprendente che in assenza di matrimoni misti i Rom siano ancora molto simili agli indiani. Ma in 20 geni Rom e Rumeni condividono delle mutazioni che non si trovano negli indiani. Tra questi un gene per il colore della pelle, uno coinvolto nell’infiammazione, uno per la suscettibilità a malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide.
La cosa interessante è che 4 di questi geni sono coinvolti nella risposta ad batteri patogeni come Yersinia pestis, il batterio che causa la peste nera. Ed infatti la capacità del sistema immunitario di rispondere a Yersinia pestis dipende proprio da questi geni.
L’ipotesi è che la presenza di queste versioni geniche nei Rom e nei Rumeni sia dovuta alla pressione evolutiva esercitata da Y. pestis. In effetti, altri europei, discendenti da popolazioni che hanno subito la peste nera, presentano cambiamenti simili negli stessi geni. Cosa che non si verifica tra i cinesi e gli africani che abitano regioni non raggiunte dalla Morte Nera.
Una eredità di pestilenze passate che permane nel nostro genoma e che influenza alcuni caratteri come una maggiore predisposizione a malattie infiammatorie. Una eredità che ci insegna quanto le differenze tra popolazioni siano il riflesso della storia e siano continuamente plasmate dalle condizioni ambientali in cui viviamo.