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La forma e il contenuto

Renzi ha finalmente presentato la sua squadra dei ministri. Da domani sarà Presidente del Consiglio e inizierà il suo mandato.

Rispetto all’ultima volta in cui mise piede al Quirinale è apparso molto più rilassato. Si è mostrato sorridente, sicuro di sé, ha fatto battute (anche piuttosto stupide) e poi ci ha tenuto a sottolineare che i ministri saranno metà uomini, metà donne.

Ora se c’è una cosa, veramente odiosa (non trovo altri termini) è l’ostentazione del politicamente corretto, della parità tra uomo e donna che si vuole raggiungere con i numeri e non con le competenze. Non voglio dire che le ministre  abbiano meno competenze dei ministri. Tutt’altro. È il sottolineare la cosa che infastidisce. Come se l’equilibrio numerico dei sessi corrispondesse ad una giusta etica sociale.

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Otto donne sono come otto uomini e otto uomini sono come otto donne se tutti sanno fare il proprio lavoro. Se nella politica del rottamatore si discute ancora di quote rosa allora non ci siamo.

Il timore è che Renzi sia così preso dal voler dare risposte (lui stesso ha detto che gli italiani ne hanno bisogno) che sia più preoccupato alla forma che al contenuto. Ma quando ci si preoccupa della forma senza curarsi di cosa essa contiene si produce un vuoto e nella nostra situazione -che fa acqua da tutte le parti- sarebbe la cosa di cui meno abbiamo bisogno.



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