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Quanto durerà l’egemonia del dollaro Usa?

La fine della supremazia del dollaro statunitense come valuta di riserva mondiale sembra ormai più vicina. Dalla fine della seconda guerra mondiale, l’economia americana è stata talmente potente rispetto al resto del mondo che nessuno avrebbe potuto sfidare lo status del biglietto verde come principale banconota commerciale al mondo. Ma ora che il debito pubblico degli Stati Uniti è stato declassato, il dollaro sta mostrando una significativa debolezza e l’economia americana continua a crollare e il resto del mondo sta mettendo in discussione la posizione privilegiata nel mercato internazionale che fino ad allora deteneva.

L’argomento, al centro del dibattito di economisti ed esperti, potrebbe presto essere preso in seria considerazione dalla leadership politica mondiale. A sollevare l’argomento ci ha pensato l’ex capo economista della Banca Mondiale, Justin Yifu Lin, nonché consulente del governo cinese e docente presso la prestigiosa “Peking university”, dove vengono formati i futuri dirigenti. Nello stesso Ateneo, chi scrive, ha l’onore di presiedere la “Cattedra per gli studi sulla pace, la sicurezza e lo sviluppo internazionale”, nonché di esercitare l’incarico di “professore straordinario” di economia e politica internazionale.

L’economista cinese, durante una conferenza a Bruxelles, ha ricordato che “il predominio del dollaro è la causa principale della crisi finanziaria ed economica globale” e indicato come possibile soluzione “un avvicendamento con una valuta globale”. Una sorta di paniere costituito dalle principali valute di riserva: dollaro, euro, yen giapponese e sterlina. Una tesi sostenuta anche dal premio Nobel per l’economia, Joseph Stiglitz. Secondo Lin, il “G20 può essere la piattaforma ideale per analizzare tale proposta”, e anche se la Cina è una formidabile locomotiva, “non può essere presa in considerazione l’internazionalizzazione della sua moneta” (yuan renminbi).

Conferma, invece, che il suo Paese “potrebbe giocare solo un ruolo di supporto”, mentre “gli Stati Uniti e l’Europa hanno, al contrario, un funzione determinante”. Dopo aver esortato la comunità internazionale (in particolare gli Stati Uniti e l’Europa) a mantenere una posizione di guida nei progetti sulle valute di riserva mondiale e infrastrutturali, l’economista ha consigliato la realizzazione di una sorta di “infrastruttura globale”, idonea a rimuovere i colli di bottiglia nei paesi poveri e in via di sviluppo, nonché a dare un impulso più dinamico ed efficace all’economia globale. Sono delle iniziative di sistema che, a parere del professor Lin, “offrirebbero anche nuove opportunità alle economie avanzate” e, inoltre, conferirebbero non solo prestigio nella globalità dei traguardi da conseguire, ma assumerebbero anche il significato di “energie trainanti” nell’ottica di un innegabile miglioramento e consolidamento dell’evoluzione civile e di benessere fra tutti i popoli del pianeta terra.

Giancarlo Elia Valori
Presidente della merchant bank “La centrale Finanziaria Generale S.p.A.”
Presidente della “Cattedra sugli studi sulla pace, la sicurezza e lo sviluppo internazionale presso la Facoltà di relazioni internazionali della Peking University, nonché “professore straordinario” di economia e politica internazionale nello stesso Ateneo

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