Un rapporto complicato con le primarie, quello del Pd, almeno in Sardegna. Doveva essere Francesca Barracciu, infatti, a guidare la coalizione di centrosinistra verso le elezioni di domenica 16 febbraio, ma niente di fatto per la quota rosa alla presidenza. Un avviso di garanzia le ha fatto fare un passo indietro a fine dicembre 2013, e il 6 gennaio la direzione regionale Pd ha scelto Francesco Pigliaru per correre in questa competizione elettorale.
A sfidare il candidato del centrodestra Ugo Cappellacci è un ex assessore della giunta Soru (presidente della regione Sardegna prima di Cappellacci), docente universitario e esperto di economia che ha dichiarato: “Da solo non vado lontano, assieme possiamo fare moltissimo per il futuro della Sardegna”. Pronto a definire in breve tempo il programma da presentare agli elettori, ha iniziato una campagna elettorale di incontri e dialogo sul territorio.
L’ACCOGLIENZA DEGLI SFIDANTI
Gli attacchi al professore non si sono fatti attendere, almeno da chi ha considerato la sua candidatura come una pezza da mettere alla rovina interna al Pd. La pensa così Michela Murgia, candidata di Sardegna Possibile, che pur ribadendo la stima personale nei confronti del candidato ha sostenuto in una dichiarazione pubblicata dall’Unione Sarda: “La nomina di Pigliaru, consumata in spregio alle primarie è una foglia di fico, ma l’onestà di uno non basta a far dimenticare che quello è un partito con 33 indagati per peculato”.
Mentre Cappellacci saluta il candidato con un tweet:
Buon lavoro, Francesco Pigliaru. Auspico una competizione leale e, anche se da punti di vista diversi, nell’interesse della #Sardegna
— Ugo Cappellacci (@ugocappellacci) 6 Gennaio 2014
UNO SGUARDO AL PASSATO
“Egregio Presidente, credo sia mio dovere motivare la scelta di dimettermi dall’incarico di Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio, al termine di una collaborazione iniziata nel settembre 2003”. Inizia così la lettera di dimissioni indirizzata a Renato Soru, allora presidente della Regione Sardegna, scritta da Francesco Pigliaru, Assessore alla Programmazione e al bilancio. Era il 2006 e, come si può leggere, le motivazioni delle dimissioni riguardavano l’eccessivo accentramento di potere nelle mani del presidente Soru, e la scelta di separare la programmazione dal bilancio regionale.
L’appoggio dell’ex presidente Soru, però, non si è fatto attendere e anzi è stato più che convinto entrando nel vivo della campagna elettorale “Ugo Cappellacci e Michela Murgia sono pericolosi”, ha sostenuto l’ex presidente in un intervento al circolo del Pd di Sassari a sostegno di Pigliaru, Cappellacci per varie ragioni, tutte riscontrabili nel malgoverno della sua giunta nei cinque anni di governo, Murgia perché è di destra, non riconoscendo differenze tra Pd e Pdl.
Tra i meriti dell’ex assessore, prima delle dimissioni, rientra la vittoria della “vertenza entrate” con cui la Regione Sardegna è riuscita a farsi versare dallo Stato Italiano le entrate tributarie non versate a partire dal 1991.
IL PROGRAMMA DI GOVERNO
Semplificazione burocratica, valorizzazione del paesaggio e delle risorde naturali, un sistema di trasporti adeguato e incentivi al lavoro per i giovani sono alcuni dei punti del programma “work in progress” consultabile sul sito di Pigliaru Presidente. E di programmi si è parlato troppo poco, in queste elezioni, almeno fino a ieri. Nell’incontro tra Confindustria Sardegna, Pigliaru e Cappellacci, infatti, l’attenzione si è concentrata sul Piano paesaggistico regionale. Cappellacci è intenzionato ad approvarlo prima della scadenza del mandato, anche se mancano alcune certificazioni essenziali. “Sono passati cinque anni e ora viene approvato il Piano in pieno conflitto con lo Stato – sostiene Pigliaru nelle pagine dell’Unione Sarda – Così non si fa altro che esaltare l’incertezza”. Mentre il governatore ha parlato di “interferenze politiche attorno al Piano paesaggistico” che ne hanno bloccato l’iter, soprattutto da parte di Soru e del ministro Bray. Con il Pd per Pigliaru presidente si presentano anche Centro democratico, RossoMori, Psi, La Base, Sel, Partito dei Sardi, Rifondazione Comunista-Pdci, Irs, Verdi-Id e Upc. è la prima volta che nella coalizione di centrosinistra si presentano anche dei partiti indipendentisti.
Lo spot elettorale di Francesco Pigliaru
LA VISITA DI RENZI
Toccata e fuga nell’Isola per Matteo Renzi, mattina a Sassari e pomeriggio a Cagliari, per sostenere Francesco Pigliaru. Un richiamo al voto utile dal segretario del Pd, che all’uscita della fiera di Cagliari sostiene “Amo Michela Murgia come scrittrice, ma qui c’è il rischio enorme di sottovalutare il risultato delle elezioni – e continua – Qui non c’è ballottaggio, il rischio vero è continuare a scegliere persone in nome di un ideale ma si fa perdere il centrosinistra. Il voto alla Murgia mette a posto la coscienza, ma il voto a Pigliaru mette a posto al Sardegna”. Renzi, a differenza di Silvio Berlusconi, non tornerà in Sardegna nei prossimi giorni.