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Renzi? Un po’ Craxi e un po’ Martelli. Parola di De Michelis

Da un lato il decisionismo in stile craxiano, dall’altro quell’approssimazione tipica di Claudio Martelli. È un Renzi in salsa socialista quello che l’ex ministro Gianni De Michelis tratteggia con Formiche.net, con una serie di consigli e suggerimenti che invia al premier in pectore su come sbrogliare la matassa economica, in primis con un taglio nel pubblico impiego.

Quali sono le principali sfide di politica estera che attenderanno Matteo Renzi dal giorno successivo al giuramento?
Innanzitutto quella con l’Europa, naturalmente sarà in questa direzione che si concentrerà la sua politica estera nel primo periodo da Presidente del Consiglio. La seconda è relativa alla chiusura non semplice della vicenda dei Marò.

Come giocherà la partita economica tra Bruxelles e Berlino, vista anche la difficoltà nel reperire un nome per la successione di Saccomanni?
Le ragioni delle difficoltà che Renzi sta incontrando nell’individuazione del nuovo ministro dell’Economia stanno nel fatto che dovrebbe avere due approcci possibili alla materia: il primo lo individuerei in una insistenza negli investimenti, quindi chiedere la golden rule; il secondo in una prosecuzione dei tagli di spesa inutile e improduttiva. Dovrebbe trattarsi di tagli estremamente significativi, al fine di liberare risorse necessarie al rilancio dell’economia. Immagino quindi un pesante taglio alla spesa pubblica oltre ad un ridimensionamento del personale dello Stato e in modo particolare nel settore pubblico.

Sarà sufficiente motivare il 3% di sforamento o è comunque una partita molto più ampia?
La partita molto più ampia non esisterebbe se magari Renzi seguisse la strada che pocanzi ho indicato, il taglio nel pubblico impiego. Se invece si limitasse a porre fuori dal perimetro della spesa pubblica i cosiddetti investimenti, naturalmente avrebbe molte più difficoltà e non è detto che in questa direzione troverebbe semaforo verde da parte dall’Europa.

Renzi e Craxi: quali le affinità o le somiglianze politiche?
Credo che il premier in pectore sia un misto fra Bettino Craxi e Claudio Martelli, direi più Martelli in alcune fasi. Di Craxi ha un chiaro decisionismo, di Martelli invece presenta quella specie di superficialità molto spiccata. Cito ad esempio il fatto che non si sia preparato per tempo per riuscire ad ottenere dei sì da alcuni personaggi che immaginava di poter inserire nell’esecutivo: questo lo considero un segno di grande approssimazione.

Da queste colonne Lodovico Festa ha osservato come Renzi sarebbe appoggiato geopoliticamente dagli anglosassoni in funziona antitedesca: che ne pensa?
Come sempre accade in questi casi, credo sia una lettura molto sintetica, ma nel merito corretta.

twitter@FDepalo

 



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