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La settimana di Papa Francesco oltre colombe, pappagalli e Rolling Stone

La settimana scorsa si era conclusa con il volo delle colombe papali interrotto da un gabbiano e una cornacchia che, come natura comanda, si sono avventati sui poveri uccelli appena liberati dai bambini che affiancavano il Papa durante l’Angelus. E sempre di volatili si è parlato anche mercoledì, quando ha fatto notizia che Francesco abbia “fatto conoscenza” di un bel pappagallo verde. Episodio che ha avuto ampio risalto sulla stampa italiana, al punto che sul Foglio di giovedì Giuliano Ferrara si è chiesto se non ci sia ben altro di cui parlare, come – ad esempio – il dissidio tra cardinali in materia di famiglia e pastorale matrimoniale.

LA COPERTINA DI ROLLING STONE

In settimana si è poi registrato “l’incidente” dovuto alla copertina di Rolling Stone dedicata a Francesco, il Papa grazie al quale “le cose stanno cambiando”, reclamizzata ampiamente sui social network anche da testate legate ai media d’oltretevere. Il fatto è che, andando oltre quella bella copertina, l’articolo a sostegno era infarcito di insulti diretti al predecessore di Francesco, quel Benedetto XVI dipinto come un “cocciuto tradizionalista” che “terrorizzava gli adolescenti nei loro incubi”. La Sala Stampa vaticana, il giorno dopo la pubblicazione della copertina, ha preso le distanze con una nota del suo direttore, padre Federico Lombardi: “L’articolo stesso si squalifica cadendo nell’abituale errore di un giornalismo superficiale, che per mettere in luce aspetti positivi di papa Francesco pensa di dover descrivere in modo negativo il pontificato di papa Benedetto, e lo fa con una rozzezza sorprendente”.

NIENTE RIVOLUZIONE ALLA CEI

Si è chiuso venerdì il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana. Nella settimana di lavori si è deciso di non operare mutamenti rivoluzionari allo Statuto: i vertici (presidente e segretario generale) continueranno a essere nominati dal Papa, a salvaguardia dello speciale legame tra la chiesa italiana e il Santo Padre, vescovo di Roma. La novità è che il Pontefice sarà chiamato a scegliere da un elenco di quindici-venti nomi proposti dopo ampie consultazione dai vescovi. Se poi il Papa vorrà un’unica indicazione, ha fatto sapere il neo segretario generale, mons. Galantino, la Cei si adeguerà.

L’IDENTITA’ DELLE UNIVERSITA’ CATTOLICHE

In settimana, il Papa ha anche implicitamente affrontato il tema dell’identità delle università cattoliche, che spesso di cattolico hanno solo il nome impresso sullo stemma. Negli Stati Uniti, ad esempio, si assiste a duri scontri tra sostenitori del pro-choice e contrari in almeno due campus, la Georgetown di Washington e il Loyola Marymount di Los Angeles. Ricevendo in udienza una delegazione della Notre Dame University dell’Indiana, il Papa ha detto: “Auspico che l’Università Notre Dame continui ad offrire la sua indispensabile ed inequivocabile testimonianza a questo aspetto della sua fondamentale identità cattolica, specialmente di fronte ai tentativi, da qualsiasi parte essi provengano, di diluirla. E questo è importante: l’identità propria, come è stata voluta dall’inizio. Difenderla, conservarla, farla andare avanti”.

LE RACCOMANDAZIONI ALLE COMUNITA’ NEOCATECUMENALI

Sabato il Papa ha ricevuto nell’Aula Paolo VI le comunità del Cammino neocatecumenale, in vista della partenza per l’Asia di 414 famiglie missionarie. Davanti a Kiko Arguello, Francesco ha lodato l’opera del Cammino, ringraziando il Signore “per la gioia della vostra fede e per l’ardore della vostra testimonianza cristiana”. Bergoglio ha però anche dato alcune raccomandazioni che non sono passate inosservate. La più importante – e che tocca uno dei nervi scoperti del movimento fondato da Arguello – è la possibilità di lasciare il Cammino: “La libertà di ciascuno non deve essere forzata, e si deve rispettare anche la eventuale scelta di chi decidesse di cercare, fuori dal Cammino, altre forme di vita cristiana che lo aiutino a crescere nella risposta alla chiamata del Signore”.

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