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finanziaria

Tassi & Congiuntura: ieri è proseguito il trend al ribasso dei tassi di mercato in area Euro sia per i titoli core che periferici in attesa dell’importante dato di oggi sull’inflazione tedesca di febbraio. Sorprende il calo dei tassi di mercato tedeschi nonostante l’asta del nuovo titolo a 30 anni non sia riuscita a raccogliere tutti i 3 Mld€ previsti. Il tasso decennale tedesco questa mattina si colloca sui minimi da luglio al di sotto dell’1,6%. Qualora i dati sull’inflazione risultassero oggi inferiori al consenso non si può escludere un tentativo di discesa fino ad area 1,50% in vista della riunione della BCE di giovedì prossimo. Stanno uscendo i primi dati sull’inflazione tedesca delle singole regioni: l’inflazione in Sassonia è calata all’1,2% dall’1,4% di gennaio. Nel corso della mattina seguiranno anche altre regioni, con la pubblicazione del dato generale atteso alle 14. Il tasso decennale italiano stamani è poco sopra il 3,50%, sui minimi dal 2006. Sul fronte aste oggi sarà la volta dei titoli italiani con un’offerta totale di titoli a medio/lungo periodo pari a 7-9Mld€.

TITOLI PROPOSTI

Tra i titoli proposti oggi ci sarà anche il nuovo Btp decennale settembre 2024 per un ammontare di 3,5-4Mld. Sul fronte macro il dato finale sul PIL spagnolo del quarto trimestre è risultato leggermente al di sotto delle attese, meno di quanto originariamente stimato (0,2% t/t dal 0,3% preliminare). In calo la componente governativa, mentre sono saliti i consumi e le esportazioni. Oggi sarà una giornata caratterizzata anche dai discorsi di vari membri BCE tra cui il presidente Draghi che parlerà in tarda serata a Francoforte. Negli Usa la giornata di ieri ha visto un proseguimento della fase di calo dei tassi con il comparto decennale tornato sotto la soglia del 2,7%. Il flusso di acquisti in ottica “rifugio”, in un contesto di incertezza sulle borse, hanno prevalso nella seduta di ieri compensando le notizie positive giunte sul fronte immobiliare. Le vendite di case nuove nel mese di gennaio sono infatti salite a sorpresa del 9,6% m/m, il ritmo maggiore di crescita in termini annualizzati da oltre cinque anni, stemperando in parte i timori di un forte rallentamento del comparto immobiliare. Oggi l’evento principale sarà il discorso della Yellen presso la Commissione Bancaria del Senato. Gli operatori si attendono un discorso molto simile a quello effettuato due settimane fa alla Camera anche se non è da escludere un possibile riferimento alla recedente debolezza di alcuni dati macro. Sul fronte macro attesi gli ordinativi di beni durevoli di gennaio ed i consueti dati settimanali sui sussidi per la disoccupazione.

VALUTE

La giornata di ieri ha visto un generale apprezzamento del dollaro in un contesto di un ritorno delle vendite sulle principali valute emergenti anche se di entità inferiore rispetto a quanto visto nel mese di gennaio. La decisione del governo russo di operare una serie di addestramenti militari anche ai confini con l’Ucraina ha alimentato le tensioni dei giorni scorsi portando ad un deprezzamento sia della valuta locale (grivnia) sia del rublo che ha toccato nuovi minimi storici vs euro. Sono proseguite inoltre le vendite sulla lira turca dopo l’approvazione di una legge che aumenterebbe l’ingerenza del governo sugli organi giudiziari, alimentando le tensioni politiche durante la notte. La forza del dollaro si è anche riflessa in un indebolimento della valuta unica con il cambio euro/dollaro che è tornato a scambiare sotto quota 1,37. Il movimento al ribasso partito in prossimità dell’apertura dei mercati Usa è proseguito dopo il dato positivo sulle vendite di nuove case. Oggi il cambio potrebbe continuare a registrare ulteriore volatilità in vista della pubblicazione dei dati preliminari di febbraio sull’inflazione tedesca e dell’atteso discorso della Yellen. Il primo supporto si colloca a quota 1,365, il successivo in area 1,357/1,36. Durante la notte da segnalare il deprezzamento del dollaro australiano dopo il deludente dato sugli investimenti che nel quarto trimestre ha registrato un calo del 5,2% t/t, la peggiore contrazione dal terzo trimestre del 2009. Poco mosso il real brasiliano dopo la decisione della banca centrale di alzare di 25 pb il tasso di riferimento portato al 10,75%, come da attese di mercato.

COMMODITY

Seduta piuttosto stabile per l’indice generale delle materie con il comparto energia (+0,2%) che ha chiuso in positivo sebbene le prese di profitto sul gas naturale Usa siano proseguite portando il future ai minimi da un mese. In rialzo il WTI dopo l’aumento delle scorte Usa molto meno marcato delle attese. Stabile invece il Brent con conseguente restringimento dello spread Brent-WTI tornato sotto quota 7$/b per la prima volta da oltre 4 mesi. Negativi tutti gli altri settori dei quali il più penalizzato è risultato quello dei metalli preziosi (-1,4%) con l’oro tornato ad oscillare sotto i 1330$/oncia dopo che le vendite di case esistenti negli Usa hanno mostrato una crescita inattesa; forti prese di profitto anche sull’argento. Leggermente in calo i metalli non ferrosi (-0,1%) così come le agricole (-0,4%) dove il caffè ha raggiunto nuovi massimi da quasi un anno e mezzo. Le prese di profitto hanno invece interessato il grano. In forte rialzo l’olio di palma tornato sui massimi da un anno e mezzo sulla speculazione che le scorte in Malesia (secondo produttore al mondo) potrebbero scendere.

AZIONARIO

Andamento negativo per i listini europei ieri anche se i cali sono stati comunque di entità molto limitata. Il calo della maggior parte dei principali listini è stato intorno allo 0,4%(Italia, Germania e Francia) con un andamento selettivo a livello settoriale, anche se il numero dei settori negativi è stato maggiore. L’indice Stoxx 600 è calato dello 0,2% con i ribassi maggiori che hanno interessato le utilities (-1,1%), il retail (-0,9%) ed i telefonici (-0,8%). In lieve controtendenza i tipici settori difensivi con gli alimentari (0,3%) e l’healthcare (0,2%), ma anche i tecnologici (0,3%). A livello di singoli nomi in calo Credit Suisse (-2,5%) dopo che una fonte anonima ha segnalato un’investigazione in corso da parte delle autorità Usa sulle pratiche contabili della società. Tra le utilities in forte calo RWE (-4,2%) dopo che il legislatore UK ha dichiarato che nuove regole saranno applicate dal 31 marzo. Nel 2012 RWE ha generato oltre il 18% dei ricavi nel Regno Unito. A Milano il Ftsemib è calato dello 0,4% in un contesto di volumi in aumento rispetto al giorno precedente, ma piuttosto bassi storicamente. Bene Fiat, in guadagno del 2% circa, grazie alla revisione al rialzo delle stime sul titolo da parte di Mediobanca. Andamento misto per il settore bancario, in evidenza tra i tecnologici STM (4,5%) grazie alle attese di miglioramento del mercato europeo annunciate dalla società. Forte volatilità per l’Espresso (-1,7%) che nel corso della seduta è arrivato a perdere anche il 6% dopo la contrazione marcata degli utili nel 2013.


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