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Così la Svizzera chiuderà le frontiere a frontalieri e immigrati

La Svizzera, contrariamente alle previsioni della vigilia, dice no all’immigrazione senza freni. Con una maggioranza di appena il 50,5 per cento dei voti, gli elettori elvetici hanno approvato l’iniziativa contro l’immigrazione di massa nel Paese, su cui erano chiamati oggi a pronunciarsi.

IL TESTA A TESTA
I risultati definitivi dell’iniziativa popolare sono giunti al termine di un testa a testa che ha tenuto con il fiato sospeso il Paese per tutto il pomeriggio. L’iniziativa, promossa dal partito di destra ed antieuropeista dell’Unione democratica di centro (Udc/Svp) chiede la reintroduzione di tetti massimi e contingenti per l’immigrazione di stranieri.

SULLA SCIA DEL REGNO UNITO
L’iniziativa segue, ma per certi versi anticipa i progetti annunciati dal primo ministro conservatore britannico David Cameron, che per contrastare l’ascesa del populista Nigel Farage (Ukip) reclama una revisione dei criteri di libera circolazione di persone all’interno dei confini comunitari. Allo stesso modo la consultazione Svizzera, anche se a differenza di Londra il Paese non aderisce all’Ue, pone in pericolo proprio gli accordi di libera circolazione stipulati con Bruxelles, la maggior parte dei quali dovranno verosimilmente essere rinegoziati.

COSA CAMBIA
I riflessi della votazione sono infatti molto pesanti anche se non immediati: l’iniziativa popolare impegna adesso il governo svizzero a rinegoziare entro tre anni tutti i trattati internazionali sulla circolazione degli stranieri nel Paese, oggi liberi di muoversi nella Confederazione, per i quali in futuro potrebbe essere fissato un numero chiuso. L’obiettivo dei promotori del provvedimento punta soprattutto sulle assunzioni nei luoghi di lavoro, dove chiedono venga data la precedenza ai cittadini svizzeri e che solo in mancanza di disponibilità da parte di questi ultimi possano essere accettati immigrati o semplici pendolari.

NUMERI RISICATI
Nonostante il successo ottenuto, l’iniziativa popolare non è stato plebiscito, ma ha spaccato a metà l’opinione pubblica. Secondo i dati definitivi, l’iniziativa l‘ha spuntata con sole 19.516 schede, ottenendo 1.463.954 voti favorevoli, contro 1.444.438 voti contrari. A schierarsi a favore un totale di 17 cantoni, tra cui il Ticino con la più alta percentuale di Sì (68,17%). Nove i cantoni contrari.

LE CRITICHE DELLA LEGA
La questione riguarda da vicino i tanti frontalieri italiani – circa 60mila – che ogni giorno attraversano i confini del nostro Paese per lavorare in territorio elvetico. A prendere una dura posizione contro l’esito dell’iniziativa popolare è stata la Lega Nord, che ha attaccato la Svizzera, ma anche l’esecutivo di Roma.
Gli svizzeri – ha denunciato il senatore leghista Stefano Candianifanno i loro interessi accogliendo le imprese italiane e i nostri capitali, salvo poi chiudere la porta in faccia ai nostri frontalieri quando la crisi comincia a farsi sentire fra i lavoratori d’oltreconfine. Il problema è che il nostro governo non sa e non vuole fare altrettanto, tutelando veramente le migliaia di lavoratori delle province di confine“. Fino ad ora, incalza il deputato, “il governo italiano ha pensato solo a come recuperare i soldi illegalmente esportati in Svizzera, ignorando i problemi dei frontalieri e dei ristorni per i comuni di confine, occupandosi solo di fare cassa“.

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