Sembrano passati secoli da quando accendendo la televisione riuscivamo a contare fino a sette. Per guardare la tv che contava, si intende. Lontane anni luce, e non solo numericamente parlando, seguivano poi uno stuolo di televisioni locali.
Tullio Camiglieri, presidente di Open Gate Italia e direttore dell’agenzia stampa Il Velino, giornalista con un passato a Mediaset e Sky, traccia il profilo della televisione italiana dall’irrompere del digitale terrestre fino ai più recenti esperimenti di video on demand.
Che fase sta attraversando la televisione italiana?
Il mercato televisivo sta profondamente cambiando e si avvicina sempre di più a quello dei Paesi occidentali più avanzati. L’offerta di contenuti di qualità sul digitale terrestre ad esempio può dirsi ad oggi soddisfacente: i canali con contenuti importanti sono ad oggi almeno trenta.
Quali effetti ha avuto il digitale terrestre nel settore televisivo italiano?
L’arricchimento dell’offerta televisiva in chiaro ha comportato un progressivo slittamento dell’ascolto. E i numeri degli ultimi mesi ne sono una prova. Basta guardare il calo di share subito dal Festival di Sanremo per capire come il pubblico di oggi si muova con disinvoltura da un canale all’altro. Se dunque da un lato l’esplosione di canali digitali tematici, dal cinema alla storia fino alle all news, sta portando alla ridistribuzione dell’ascolto e quindi alla riduzione dell’audience dei canali tradizionali, dall’altro crea non pochi problemi alla pay tv, seppur spesso la partita si giochi in casa.
L’Italia è pronta allo sbarco di un servizio come Netflix?
Nel nostro Paese il punto di convergenza tra Rete e televisione si sta avvicinando: la Rete comincia a permettere la distribuzione di servizi televisivi e i televisori di ultima generazione, gli smart tv, svolgono un ruolo cruciale offrendo l’accesso alla Rete.
Qual è il merito di Netflix?
Possiede il più grande database del cinema. Un archivio con cui tramonta la tradizionale suddivisione delle categorie a cui siamo abituati (film drammatici, gialli, di avventura, romantici) per dare vita a nuovi generi potenzialmente infiniti.
Qualche esempio?
Esistono “Film di guerra con cavalleria nella Russia degli anni Trenta”, “Commedie sentimentali nella Parigi del primo dopoguerra” oppure ancora “amori adolescenziali nella California degli anni Settanta”. Il tutto catalogato grazie al contributo di appassionati pagati per guardare le pellicole.
In che cosa Netflix è imbattibile?
Ha il più grande sistema di profilazione degli utenti. Monitorando i gusti cinematografici di più di quaranta milioni di americani Netflix sa perfettamente cosa vogliono i suoi abbonati e verso quali generi si orientano le loro preferenze.
Come sfruttano queste informazioni?
Sulla base delle preferenze Netflix suggerisce agli abbonati cosa vedere. Ma il vero punto di forza è legato alla produzione. Quando produce una nuova fiction nulla è lasciato al caso e la possibilità di riuscita diventa elevatissima.
Come sarà la tv del futuro?
Nei prossimi anni tutti decideremo di vedere “il contenuto” indipendentemente da chi lo distribuirà, satellite, digitale o Rete. A quel punto sarà esso a premiare.
Quali sono i principali ostacoli per la diffusione dei nuovi servizi?
Per l’arrivo di un operatore come Netflix, che ha nella qualità video della propria offerta il suo tratto distintivo, è necessario un quadro tecnologico all’avanguardia, e l’Italia non è tra i paesi più avanzati per la diffusione della banda larga ultra veloce. Ciò è importante per la televisione ma lo è per l’intero sviluppo del nostro Paese.