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Ecco come la Crimea influenza le Borse

TASSI & CONGIUNTURA

Ieri in area Euro la giornata è stata caratterizzata da tassi di mercato in lieve rialzo in un contesto di attenzione degli operatori alle notizie in arrivo dalla Crimea. Il ministro degli Esteri tedesco ha dichiarato che l’Unione Europea potrebbe annunciare sanzioni nei confronti della Russia il prossimo 17 marzo qualora il paese proseguisse per la propria strada ignorando i richiami internazionali. Questa mattina si assiste invece ad una lieve fase di risk off con calo dei tassi tedeschi a fronte di quelli sui titoli di stato italiani e spagnoli piuttosto stabili. Lo spread Italia-Germania è in lieve aumento in prossimità dei 180pb. La BCE ieri ha pubblicato il manuale con i dettagli sull’Asset Quality Review (AQR) che coprirà 128 banche europee per asset complessivi pari a 3.720 Mld€ (58% del totale delle attività ponderate per il rischio). Si tratterà di un lavoro intenso poiché per ogni banca saranno analizzate in media 1250 posizioni. Quella in corso è la seconda fase dell’AQR e terminerà ad agosto. La prima fase è stata quella della selezione dei portafogli. La BCE ha annunciato che l’AQR e gli stress test potrebbero costringere le banche ad un aumento di capitale, con i risultati dell’AQR che saranno utilizzati come variabili degli stress test.

STATI UNITI

Negli Usa ieri si è assistito ad un andamento laterale dei tassi di mercato per gran parte della giornata, con un lieve calo nel finale sulla scia del peggioramento delle borse. I movimenti sui tassi sono stati comunque piuttosto contenuti. L’asta da 30 Mld$ di Treasury a 3 anni ha attratto una domanda inferiore alla media. Sul fronte macro non erano in programma dati di particolare rilievo, con gli operatori che resteranno in attesa soprattutto della giornata di domani per avere un’idea sull’andamento dei consumi (in programma le vendite al dettaglio di febbraio). Anche per oggi non sono in programma dati di rilievo.

VALUTE

Seduta di ieri in cui sono prevalse le vendite sulle principali valute emergenti in un contesto caratterizzato da un lato dai continui timori riguardo alla situazione in Crimea e dall’altro dalla preoccupazione per un eccessivo rallentamento dell’economia cinese. Il rand sudafricano, insieme alla lira turca sono stati le due valute peggiori nella giornata di ieri, mentre ha continuato a muoversi in controtendenza la rupia indonesiana. L’euro ha chiuso la seduta in lieve deprezzamento vs dollaro con il cambio che rimane ancora al di sotto di area 1,39. Sterlina in lieve deprezzamento nella seduta di ieri sia vs dollaro sia vs euro dopo che il governatore Carney ha ribadito ieri che non vi è alcuna urgenza ad effettuare un rialzo dei tassi d’interesse in quanto il Paese presenta ancora un ammontare elevato di capacità inutilizzata. Carney ha inoltre sottolineato che il piano di QE verrà ridotto solo una volta iniziata la fase di rialzo dei tassi. Yen in apprezzamento nella seduta in scia all’andamento negativo dei mercati azionari. Il cambio vs euro si è riportato sotto quota 143 con un primo livello di resistenza che può essere individuato in area 142. Resistenza principale a 143,50. Durante la notte da segnalare il deprezzamento dello yuan cinese che nelle contrattazioni ad Hong Kong ha toccato i livelli minimi vs dollaro dallo scorso luglio. Secondo alcuni indiscrezioni riportate da Reuters, la PBOC potrebbe annunciare nel breve un taglio del tasso di riserva obbligataria delle banche.

COMMODITY

Seduta piuttosto stabile per l’indice generale delle materie prime caratterizzata da un andamento dicotomico tra i vari settori. Le vendite hanno continuato ad interessare in maniera generalizzata i metalli non ferrosi (-1,9%) su timori di un rallentamento della domanda cinese; in particolare il rame (-2,6%), peggior commodity di ieri, è tornato sul livello minimo da luglio 2010. Le vendite hanno riguardato in maniera marcata anche zinco (-1,8%) ed alluminio (-1,4%). All’interno del comparto energia (-0,3%) il greggio ha registrato un andamento contrastato: il WTI è infatti tornato sotto i 100$/b per la prima volta da un mese visto che i dati sulle scorte della scorsa settimana dovrebbero segnare un aumento. Bene il Brent (+0,4%). Positivi i metalli preziosi (+0,3%) con l’oro in rialzo questa mattina al massimo da un semestre in area 1360$/oncia a causa delle tensioni ucraine. Infine, giornata positiva anche per il comparto agricolo (+0,9%) dove hanno rimbalzato grano e mais. Proseguono gli acquisiti sul caffè tornato sul massimo da oltre due anni.

AZIONARIO

Ieri i listini europei hanno chiuso misti intorno alla parità in una sessione caratterizzata da un andamento laterale con la volatilità che si è accentuata nel pomeriggio. Tra i listini migliori figura quello tedesco (0,5%) grazie ai dati sulle esportazioni di gennaio risultati al di sopra delle attese. Nel finale il Dax ha comunque ridimensionato i guadagni della giornata in linea con la tendenza in atto negli altri listini europei. Tra i peggiori listini del giorno figurano quello francese (-0,5%) e quello spagnolo (-0,3%). L’indice Stoxx 600 ha chiuso leggermente sopra la parità (0,1%) con volumi leggermente superiori a quelli della giornata precedente. A livello settoriale il comparto auto (0,8%) e le utilities (0,6%) sono stati i migliori, mentre tra i settori peggiori troviamo il retail (-0,4%) e quello alimentare (-0,3%). In Italia il Ftsemib è salito dello 0,4% dopo essersi avvicinato alla soglia dei 21.000 punti toccando i massimi dal giugno 2011, per poi cedere nel finale. Elevata volatilità per Unicredit (6,2%) che ha chiuso in forte rialzo in seguito alla pubblicazione dei dati di bilancio nonostante che nei primi minuti dell’annuncio gli operatori avevano accolto i dati con marcate vendite. Andamento misto per gli altri titoli del settore bancario. Positivo il comparto utilities con A2A (1%) che ha proseguito il rialzo ed Acea (8,4%) in grande spolvero dopo la pubblicazione dei dati 2013. Tra gli industriali giornata positiva per Prysmian (2%), mentre le vendite hanno colpito Pirelli (-1,4%) e Fiat (-1,3%). La mattina si apre con listini europei in calo. Negli Usa i listini hanno chiuso in lieve ribasso con volumi in aumento rispetto al giorno precedente penalizzati dall’incertezza che regna sulla vicenda in Ucraina e dai timori sui mercati delle commodity causati dal rallentamento cinese. L’indice S&P500 ha perso lo 0,5% con tutti i principali 10 settori in negativo. I ribassi maggiori hanno interessato gli energetici (-1,2%), le risorse di base (-1%) e gli industriali (-0,7%). Tra i principali titoli non sono mancate le eccezioni positive come ad esempio McDonalds (3,8%) che potrebbe aumentare il debito per finanziare una quota maggiore di buyback. Segnaliamo i crolli delle azioni Fannie Mae (-31%) e Freddie Mac (-27%) dopo la notizia di un’imminente presentazione di un disegno di legge da parte di senatori di entrambi gli schieramenti che prevederebbe la chiusura delle due agenzie e la creazione di un nuovo meccanismo di garanzia dei mutui denominato Federal Mortgage Insurance Corp. Sul fronte emergente l’indice MSCI EM ieri ha chiuso leggermente sopra la parità (0,1%). I listini asiatici ieri sono stati tendenzialmente leggermente positivi, mentre è proseguita la fase di ribasso del listino russo che ieri ha perso oltre il 2% a causa del protrarsi delle tensioni in Ucraina. Lievi rialzi in America latina con l’indice brasiliano leggermente positivo (0,4%) dopo il calo dell’1,5% di inizio settimana. Andamento misto intorno alla parità per i listini dell’Est Europa. Questa notte invece si è assistito ad un tendenziale ribasso dei listini asiatici, tranne poche eccezioni a causa dei timori di un rallentamento della Cina e del calo di Wall Street. Particolarmente negativa la borsa di Hong Kong e della Corea del Sud, leggermente in calo i listini cinesi locali. Il ribasso maggiore ha però colpito il Giappone con l’indice Nikkei che ha perso il 2,6% (peggior calo giornaliero da 5 settimane) in linea con l’apprezzamento dello yen. Partenza in calo per le borse dell’Est Europa con i listini russo e turco tra i peggiori.



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