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Finmeccanica, tutte le soluzioni per Ansaldo Breda secondo Alessandro Pansa

Risultati positivi, prospettive e il nodo di Ansaldo Breda da sciogliere. Ecco tutto quello che ieri Alessandro Pansa, amministratore delegato di Finmeccanica, ha detto su presente e futuro del gruppo.

IL PIANO DI FINMECCANICA
Un piano strategico, quello annunciato dall’ad di Piazza Monte Grappa Alessandro Pansa e già approvato dal cda dell’azienda, che ha ricevuto il lasciapassare del governo: “Ieri il nostro azionista di maggioranza ha annunciato chiaramente il suo sostegno al nostro piano strategico”, ha detto Pansa ventiquattr’ore fa in una conference call con gli analisti riferendosi alla nota congiunta del Tesoro e dello Sviluppo economico.

I RISULTATI POSITIVI…
Anche la Borsa ha premiato il titolo, che ieri ha dominato il paniere dei grandi titoli, chiudendo a +2,8%. All’indomani dei risultati del 2013, che hanno certificato il fardello di Ansaldo Breda sull’intero gruppo, il capo azienda, dopo la conversazione con gli analisti, è tornato ad illustrare la situazione in un’audizione alla commissione Industria del Senato. “Quello che abbiamo fatto negli ultimi nove mesi ha portato significativi benefici” nei settori Difesa, Aeronautica ed Elicotteri”.

…E LE GRANE
Ma – ha aggiunto Pansa – c’è un “problema” e “si chiama AnsaldoBreda” (la perdita operativa nel 2013 è salita a 227 milioni dai 160 milioni del 2012), ha detto Pansa, sottolineando che il core business di Piazza Monte Grappa “non può essere messo a rischio” dalle perdite di Breda. Il processo di vendita è ormai avviato, ci sono già manifestazioni di interesse e proposte preliminari e ora – come approvato ieri dal cda del Gruppo – parte la fase di approfondimento con un numero ristretto di interlocutori. Tra i soggetti interessati si fanno i nomi di Thales, Bombardier, Ge, oltre ai cinesi di China Cnr Corporation e Insigma.

ANSALDO, L’IPOTESI FINCANTIERI
Ma circola anche la soluzione italiana di Fincantieri. Una soluzione vista così da Pansa: “Qualsiasi altra iniziativa dovesse arrivare da soggetti finanziari italiani volti a inserire il settore in un’adeguata realtà produttiva è da noi benvenuta”. L’operazione, ha precisato, dovrebbe essere chiusa in tempi “compatibili” con i target. All’intera operazione guardano con attenzione i ministri del Tesoro (che è azionista di riferimento della holding, con il 30,2%) e dello Sviluppo. Un supporto “molto importante”, l’ha definito Pansa, che a maggio sarà coinvolto nel valzer di nomine e che oggi voluto evidenziare alcuni meriti della propria gestione: abbiamo lavorato per assicurare la sopravvivenza del gruppo, che tra febbraio-marzo 2013 non era assicurata; inoltre è mutata la “credibilità” dell’azienda, tanto che il titolo, dall’arrivo di Pansa (febbraio 2013) ad oggi, è cresciuto del 66,5% (contro il -50,8% dell’era Orsi).

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