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Il teatro dell’assurdo: l’UE approva sanzioni politiche alla Russia

In continuità con gli errori passati l’Unione europea, oggi, al vertice straordinario dei capi di stato e di governo sulla situazione in Ucraina, ha ripetuto lo spartito della “pace, stabilità e prosperità” del continente europeo. Il non accordo dell’Ue ha portato ad approvare minacce spuntate, e piuttosto irritanti per la Russia (che è accusata di una guerra mai condotta). Si continua ad applicare il programma americano di colpevolizzare la Russia invece di riconoscere i propri errori, prima di dare lezioni, e di aprire un vero negoziato con la Russia per costruire un vero partenariato fondato sul rispetto reciproco. Minacce di sospendere i negoziati Ue-Russia sui visti sono solo un irritante senza alcun effetto reale. La stessa valutazione si applica alla decisione di boicottare la partecipazione al G-8 di Sochi. Isteria! Ignorando la storia, i fatti, e gli errori, la dichiarazione finale dell’Ue ripete che la scelta di integrare l’Ucraina nell’Ue andrà avanti a prescindere da quel che pensa la Russia. La ripetizione ossessiva del principio di integrità territoriale, e il corollario della “illegalità” del voto del parlamento della Crimea che ha indetto il referendum del 16 marzo prossimo è incomprensibile. Non si tratta di ingerenza di un gruppo di non eletti, il Consiglio dell’Ue, contro un parlamento imperfetto ma eletto? Ammesso che l’insieme dell’Ucraina, compresa la Crimea, entrassero nell’Ue, che ne farebbero delle importanti installazioni militari russe di Sebastopoli? Tutte folli decisioni che stanno annientando gli accordi che il governo italiano costruì a Pratica di Mare nel 2001, che portarono al consiglio Nato-Russia.

Ricordiamo a lor signori che per molto meno, l’Italia, un paese membro dell’Ue, ha subito l’imposizione esterna di ben tre governi (Monti, Letta, Renzi) mai eletti da nessuno. Inoltre, ricordiamo anche che nonostante l’opposizione popolare e delle legittime e democratiche autorità locali, i programmi militari americani sul suolo italiano in regime di extraterritorialità, non quelle della Nato, sono stati imposti con la forza applicando la legge marziale a chi si è opposto. Cosa succederebbe se la Sicilia si dichiarasse indipendente è già tristemente noto sin dal 1948. Già, ma la Crimea e Sebastopoli sono “dalla parte sbagliata della storia”, come Gheddafi.

Nonostante la BBC abbia trasmesso un video in cui si evidenzia la pericolosità dei manifestanti di Kiev, qualche migliaio di persone che l’Ue ha deciso rappresentino legittimamente 45 milioni di abitanti (sic!), e che anche il New York Times abbia ammesso la pericolosità di questi soggetti rappresentati dall’estremista di destra Artem Skoropadsky che ha dichiarato “adesso è chiaro che possiamo influenzare il governo e le strutture governative”, l’Ue non dice una sola parola in merito. Neanche ai tempi della vera Guerra Fredda, al tempo del colpo di stato contro il legittimo e democraticamente eletto presidente Salvador Allende del Cile, l’Occidente ha usato così tanta stupida ipocrisia.

Quel che irrita enormemente è che i signori del Consiglio dell’Ue non hanno trovato il coraggio di dire una sola parola in merito alle decisioni del governo ‘libero’ dell’Ucraina: è stato sciolto il Partito Comunista che aveva ottenuto il 13% alle elezioni (più dell’orribile Svoboda); ha abolito il bilinguismo in un paese costituito da almeno due grandi minoranze, russa e ucraina; ha chiuso il canale televisivo ucraino in lingua russa, seguito da almeno la metà della popolazione ucraina. Tutto questo è democratico ed è giusto perché la Russia è colpevole. Ma si rendono conto dell’assurdità della posizione adottata?

È umiliante che i dirigenti di questa Europa siano così asserviti al potere americano da non fare gli interessi reali dei 500 milioni di persone che vivono in questo continente. Inoltre, ricordiamo ai signori del Consiglio che il Trattato di Lisbona che li ha istituiti a queste alte cariche integra anche la Carta Europea dei Diritti Umani. Ma per loro, evidentemente, gli interessi delle corporation americane e delle banche vengono prima di qualsiasi altra questione.

Ma tutto si chiarisce, visto che il presidente Obama ha dichiarato che la situazione in Ucraina costituisce “un inusuale e straordinario pericolo per la sicurezza nazionale e la politica estera degli Usa”. Che sono parole più compassate che fanno tornare alla mente quel “fuck the Eu” di Victoria Nuland, vice di John Kerry.

Per ora la diplomazia usa una lingua biforcuta che parla di pace e rispetto del diritto internazionale, ma pensa seriamente alla guerra.



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