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La bontà al potere

Eppure, Ignazio Marino è buonissimo, correttissimo, educatissimo: ottiene un’ennesima conferma, così, il sospetto che, spesso, il bene collettivo riescano a realizzarlo quelli un po’ più ruvidi, i ragazzacci, coloro che, dando ragione a Jules Renard, avendo un pessimo carattere, hanno carattere.

Che anni sono questi, in cui siamo costretti a non offrire più la nostra fiducia a coloro che espongono ottimi propositi, con volto soave? La comunicazione politica, allora, ruota attorno alla capacità di allestire “narrazioni” che siano plausibili, ma che rivelano, presto, un fondo oscuro, nascosto. Altra conferma di altri sospetti: la dittatura del piagnisteo è inevitabile, assoluta. Il lamento è l’unica possibilità, al lamento chiunque affida le proprie speranze di salvarsi. (Se “tutte le strade portano a Roma”, è bene interromperle, deviarle, cospargerle di chiodi).


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