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La Germania (forse) sta rinsavendo

In Germania forse l’aria sta cambiando. Lo si nota leggendo alcune recenti proposte provenienti dal alcuni settori dell’establishment economico e finanziario teutonico. Nel caso in cui il trend deflazionistico si consolidasse, Berlino sarebbe pronta a sostenere un alleggerimento quantitativo (quantitative easing) da parte della Banca centrale europea. Questo il succo dell’apertura proveniente da Oltralpe.

UN PAPER RILEVANTE

Tra i primi a farsi portavoce di questa proposta era stato l’istituto di ricerca economica, DIW, da sempre vicino ai socialdemocratici. Stando ad un paper pubblicato ai primi di marzo e rintraccabile qui, la BCE dovrebbe mettere in piedi un nuovo programma di acquisto di titoli pubblici e privati per un volume di 60 miliardi in modo da riattivare i canali del credito e prevenire la deflazione.

LE TESI DEGLI ECONOMISTI DELLE BANCHE

Qualche giorno dopo la pubblicazione del paper del DIW, è stata la volta degli economisti dell’associazione federale delle banche tedesche (BDB), secondo i quali “se l’andamento dei prezzi segnalasse un arrivo della deflazione, la BCE dovrebbe adottare ulteriori provvedimenti aventi natura non convenzione. Con questo intendiamo riferirci ad un vero e proprio quantitative easing, che in una tale situazione sarebbe destinato a funzionare al meglio”.

LE DICHIARAZIONI A SORPRESA DELLA BUBA

Infine, soltanto ieri, al coro si è aggiunto Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, il quale, in un’intervista con l’agenzia di stampa Market News, ha sottolineato che un simile programma di acquisto di titoli, pubblici e privati, pur non essendo ancora risolti problemi di natura tecnico-giuridica inerenti la sua applicazione, “non significa che sia per principio da escludere. Occorre solo assicurarsi che non sia violato il divieto di finanziamento monetario dei debiti pubblici stabilito dai Trattati”.

LA NUOVA ERA WEIDMANN

Insomma, congelato (almeno temporaneamente) l’OMT, l’ortodossia teutonica sembra disposta a trattare su strumenti di politica monetaria alternativi per rilanciare l’economia dell’Eurozona. E in Germania c’è già chi parla di una “nuova era Weidmann”.

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