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Ecco quali distretti industriali resistono alla crisi

Crescono, innovano e resistono alla crisi grazie alla divisione del lavoro e alla specializzazione. Sono alcune delle imprese distrettuali individuate da Intesa San Paolo nel rapporto annuale sull’Economia e Finanza dei distretti industriali 2013. Vini, calzature, caffè e pasta sono alcuni dei prodotti che riescono a far fronte alla crisi, grazie alla specializzazione della produzione locale.

LA FORZA DELLE REALTÀ DISTRETTUALI

Il panorama industriale italiano è composto principalmente da piccole e medie imprese (PMI) ed è proprio al loro interno che la Relazione di Intesa San Paolo individua quelle che, pur subendo la crisi, riescono a farle fronte. Si tratta delle realtà distrettuali che, nel settore alimentare, porta i nomi dei vini del veronese, del prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, dei dolci di Alba e Cuneo, dell caffè e pasta napoletana, dei vini del Chianti e dei salumi di Parma. E così anche nel settore della moda, delle calzature e della pelletteria, sono stati raggiunti risultati particolarmente buoni, rispetto alle imprese non distrettuali considerate.

Alla base della migliore performance rispetto alle aree non distrettuali vi è la maggiore capacità dei distretti di esportare (il 45% delle imprese sono esportatrici, contro il 34% delle aree non-distrettuali), effettuare investimenti diretti esteri (il 9,3% delle imprese ha investimenti diretti esteri contro il 7%), registrare brevetti (55 brevetti ogni 100 imprese contro 40) e marchi (42 marchi ogni 100 imprese contro 22).

CRITICITÀ E RISCHI

Tra le imprese prese in esame, quelle a destare maggiore preoccupazione sono quelle di piccole dimensioni, che rischiano di non riuscire a mantenere in equilibrio i costi di gestione, proprio a causa dell’erosione della redditività registrata con la crisi della domanda interna.

“Un quarto delle imprese non è in grado di onorare i propri debiti di breve termine attraverso l’utilizzo delle attività correnti – si legge nel Rapporto di Intesa San Paolo – Persino nella filiera agroalimentare e nei poli tecnologici, che evidenziano anche nel 2012 risultati migliori rispetto al totale dei distretti, le imprese più piccole sono maggiormente in difficoltà. Il rischio principale rimane pertanto la disarticolazione della filiera”.

PROSPETTIVE FUTURE

“Dopo un difficile 2013, nel biennio 2014-15 i distretti dovrebbero tornare alla crescita e confermare il divario positivo rispetto alle aree non distrettuali- si legge nel Rapporto 2013 – Si stima una crescita del fatturato pari al 2,2% nel 2014, con un’accelerazione al 4,7% nel 2015”.



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