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TASSI & CONGIUNTURA

In area Euro, dopo una giornata di tendenziale rialzo dei tassi dello scorso venerdì, questa mattina i mercati aprono la settimana all’insegna del focus sugli sviluppi in Crimea, dopo l’invasione russa successiva al via libera del parlamento del paese in tal senso. Ieri i membri del G-7 hanno emesso un comunicato congiunto di condanna dell’azione russa, preannunciando la possibile sospensione dei lavori in vista del G-8 di giugno a Sochi. Più forte la posizione Usa che ha minacciato l’espulsione della Russia dal G-8. Nel frattempo sono previste una serie di visite a Kiev per simboleggiare il sostegno all’Ucraina: ieri è arrivato il ministro degli esteri Uk, martedì è prevista la visita dell’omologo Usa John Kerry, cui farà seguito mercoledì la visita del ministro degli esteri della Ue Catherine Ashton. Nel frattempo il premier filorusso della Crimea ha annunciato che il referendum sull’eventuale secessione dall’Ucraina con annessione alla Russia sarà anticipato al 30 marzo, rispetto alla precedente data del 25 maggio. Dal lato finanziario, la banca centrale russa ha reagito rialzando a sorpresa di 150pb il tasso di riferimento ad una settimana, portandolo al 7%. Gli operatori stanno evidenziando questa mattina la tipica reazione all’insegna del flight to quality, con conseguente calo unicamente del tasso decennale tedesco. L’evento più atteso sarà la riunione della BCE di giovedì, chiamata a fare il punto dopo i dati sull’inflazione risultati più elevati delle attese sia a gennaio sia soprattutto a febbraio (0,8% vs attese di 0,7%). In settimana inoltre è attesa mercoledì la riapertura del titolo a 5 anni tedesco fino a 4 Mld€. Giovedì sarà il turno della Francia che emetterà titoli fino a 8Mld€.

MERCATO AMERICANO

Anche gli Usa questa mattina stanno beneficiando del citato effetto flight to quality. Lo scorso venerdì, la seconda lettura del Pil del quarto trimestre ha confermato l’attesa marcata revisione al ribasso (da 3,2% a 2,4%), in seguito principalmente al forte taglio della contribuzione della spesa delle famiglie, delle scorte e delle esportazioni nette. In settimana attesissimi i dati sul mercato del lavoro di febbraio, che saranno preceduti da quelli sull’Ism manifatturiero in pubblicazione oggi, importante per verificare la presenza o meno di fuoriuscita dalla fase di forte penalizzazione in seguito alle avverse condizioni meteo. In ambito emergente da segnalare i dati sul Pmi manifatturiero cinese di gennaio, risultato in calo, rimanendo poco al di sopra della soglia dei 50 punti. In miglioramento invece l’analogo indice di gennaio del comparto non manifatturiero. Dal prossimo mercoledì e fino al 15 marzo è atteso l’incontro annuale del partito comunista, in occasione del quale il premier Li presenterà un report sui piani del governo.

VALUTE

Apertura della settimana all’insegna del risk-off sul mercato valutario con le vendite che stanno interessando in particolare le valute emergenti e soprattutto quelle dell’area Est Europa. Il rublo questa notte ha infatti segnato nuovi minimi storici sia vs euro sia vs dollaro anche se la valuta russa ha recuperato parte delle perdite dopo la decisione a sorpresa della banca centrale del paese. Oltre alla valuta russa tra le peggiori valute troviamo il fiorino ungherese, lo zloty polacco e la lira turca; su quest’ultima pesano anche i dati sull’inflazione appena pubblicati che hanno evidenziato un’accelerazione dei prezzi al consumo soprattutto nella componente core (al netto di energia ed alimentari). Euro in apprezzamento venerdì dopo il dato preliminare sull’inflazione dell’area Euro di febbraio. Questa mattina apprezzamento solo lieve del dollaro dopo le tensioni in Crimea. Da un punto di vista tecnico il cambio EurUSd è così arrivato a toccare la trend line ribassista che unisce i massimi dal 2008 in poi. In rialzo la componente speculativa che punta ad un apprezzamento della valuta unica. L’area 1,38 rimane anche per oggi il livello di resistenza rilevante. Yen in apprezzamento in scia all’andamento negativo della borsa nipponica. Le tensioni sui mercati stanno comunque avendo un impatto limitato rispetto al passato anche se la valuta nipponica potrebbe comunque beneficiare della chiusura di operazioni di carry-trade. Il cambio vs euro al momento scambia sotto area 140.Primo supporto a quota 138,80.

COMMODITY

Venerdì l’indice generale GSCI ha chiuso leggermente in rialzo grazie alla buona perfomance del comparto energia (+0,3%) e di quello agricolo (+1,1%). I metalli preziosi hanno invece chiuso in negativo (-0,7%); piuttosto stabili i metalli non ferrosi (-0,1%). Le rinnovate tensioni in Ucraina si stanno però riversando sulle principali materie prime questa mattina: l’oro è infatti tornato ad oscillare appena sotto i 1350$/oncia per la prima volta dallo scorso ottobre. In rialzo anche il greggio con il Brent che si è spinto fin sopra i 111$/barile toccando i massimi del 2014. In rialzo anche il WTI tornato sui massimi da oltre 5 mesi. Anche il grano ed il mais stanno beneficiando delle rinnovate tensioni in Ucraina, importante paese esportatore. In ribasso invece il rame (sui minimi da 3 mesi) penalizzato dal Pmi cinese risultato ancora in calo e dalle vendite sugli asset rischiosi. Secondo i dati della CFTC gli speculatori la scorsa settimana hanno portato le posizioni nette lunghe combinate sulle principali 18 materie prime ai massimi da quasi 3 anni; in rialzo le posizioni nette lunghe sull’oro (sui massimi da novembre’12) e sul greggio.

AZIONARIO

La settimana sta iniziando con forti tensioni sulle borse questa mattina sulla scia del deterioramento dei rapporti tra la Russia e l’Ucraina nel fine settimana, dopo l’autorizzazione del Parlamento russo all’invasione militare. Questa notte i listini asiatici hanno chiuso quasi tutti in calo (ad eccezione della Cina dopo il Pmi manifatturiero calato meno delle attese a febbraio) con il Giappone che ha perso l’1,3%. In Est Europa questa mattina in evidenza il crollo dell’indice azionario russo che in questo momento sta perdendo poco meno del 10% (maggior calo giornaliero dal 2009) con la banca centrale che è intervenuta a sorpresa questa notte con un rialzo dei tassi. L’impatto delle tensioni si sta ripercuotendo anche sui listini europei sia emergenti che sviluppati che hanno aperto stamani in forte calo, così come sui future Usa anch’essi in ribasso. Questa settimana l’evoluzione in Russia potrebbe costituire uno dei principali mover di mercato, oltre alle decisioni della BOE e BCE ed ai numerosi importanti dati macro in arrivo dagli Usa, in particolare dal mercato del lavoro. Si tratta quindi di una settimana ricca di eventi macro e geopolitici con la volatilità che potrebbe aumentare di molto rispetto alle ultime sessioni. Tornando a descrivere il recente passato, il mese di febbraio ha evidenziato un recupero per la maggior parte delle borse mondiali, dopo un mese di gennaio particolarmente negativo. Molti indici sono così tornati in territorio positivo nel 2014. Tra i listini che sono saliti di più a febbraio troviamo quelli europei con il Cac40 francese (5,8%) ed il Ftsemib (5,3%) in evidenza. Oltreoceano in evidenza il Nasdaq Composite (5%) e l’indice S&P500 (4,3%). In lieve calo invece il Giappone (-0,5%) penalizzato dai movimenti del cambio e dai dubbi degli operatori sull’efficacia delle riforme del primo ministro Abe (“Abenomics”). Sul fronte emergente il mese di febbraio ha visto un recupero medio delle quotazioni (3,2% per l’indice MSCI EM) dopo il calo di quasi il 7% di gennaio. Tra i motivi del rimbalzo le attese che la Fed possa attenuare il tapering dopo i recenti dati macro non brillanti. Tornando alla giornata di venerdì i listini europei hanno chiuso misti con il Dax in evidenza (1%), mentre le vendite hanno colpito il listino spagnolo (-0,5%). L’indice Stoxx 600 venerdì è leggermente salito (0,2%) esibendo ancora una volta un andamento divergente tra i vari settori. Lievi vendite hanno colpito le risorse base (-0,4%) e l’healthcare (-0,2%), mentre un rialzo marcato è stato registrato dai servizi finanziari (1,3%) e dai chimici (1,2%).In Italia il Ftsemib ha guadagnato lo 0,6% anche se sul settore bancario è stato registrato un andamento contrastato, con alcuni acquisti su alcune banche popolari. Negli Usa l’indice S&P500 ha registrato un nuovo massimo storico, chiudendo in lieve rialzo, guidato dalle utilities (0,6%) e dai servizi ai consumatori (0,5%); leggermente sotto la parità i telefonici (-0,3%). I listini non sono stati penalizzati dalla revisione al ribasso del PIL del quarto trimestre.


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