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Ecco che cosa chiede Thales Alenia Space a Renzi e Padoan

Allarme commesse per Thales Alenia Space. La partecipata da Finmeccanica (33,3%) affida al presidente ed ad, Elisio Prette, le proprie preoccupazioni in un’intervista pubblicata stamane dal Sole 24 Ore.

L’INTERVISTA A PRETTE
Nella sua conversazione con Gianni Dragoni, il dirigente di Tas Italia spiega come l’azienda rischi di “perdere le competenze nella realizzazione di satelliti per comunicazioni, con le commesse che si esauriranno in pochi mesi“.

LE COMMESSE RECENTI
Il riferimento è a un contratto siglato con la Direzione generale armamenti francese (Dga) per la fornitura di supporto operativo ai sistemi satellitari Syracuse 3, Athena-Fidus e Sicral 2. Il contratto denominato Ssas, ha informato una nota diffusa il 25 febbraio scorso, include il supporto operativo per l’intero ciclo di vita dei satelliti Syracuse 3A, Syracuse 3B e Athena-Fidus, oltre al controllo operativo del payload “France” del satellite Sicral 2.

I TIMORI DI PRETTE
Ciò non basta a rassicurare l’impresa, che teme di esaurire presto il proprio ciclo di lavoro.
Il prossimo programma istituzionale, il Sicral 3 – spiega Prette al quotidiano di Confindustria – non è previsto prima del 2017-2018. Tas ha effettivamente commesse per i prossimi due anni, ma nello spazio le commesse si pianificano nel tempo: dopo il lancio di Athena Fidus e con quello di di metà 2014 del satellite per tlc militari Sicral 2, Thales Italia corre il rischio di non avere più commesse in questo settore“.

UN AIUTO DALLO STATO
La scarsità di risorse, prosegue la denuncia del dirigente della joint venture italo-francese, non fa be sperare. “Se non ci sarà il supporto pubblico (in passato sono stati chiesti 50 milioni di euro per i prossimi due anni per impegnare ingegneri negli sviluppi relativi), rischiano di sparire le competenze dell’industria italiana in una fetta importante del mercato“.
Uno scenario da scongiurare per una realtà che ha da poco inaugurato un importante stabilimento a L’Aquila e ha chiuso il 2013 “in maniera molto positiva“, con i ricavi della joint venturestabili sui 2 miliardi, circa un terzo realizzati dalla società italiana“, con un “utile di circa l’8 per cento del giro d’affari“.

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