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Come sarà l’Ucraina secondo Deutsche Bank

Diplomazie al lavoro, lontano da Kiev e dalla Crimea, per disinnescare la crisi ucraina, con l’Unione europea che propone un piano di aiuti da 11 miliardi di euro al Paese.

Uno degli Stati più coinvolti (assieme all’Italia) in questa strategia distensiva è la Germania, che soddisfa circa il 40 per cento del suo fabbisogno di gas acquistandolo da Mosca, gas che transita proprio da Kiev, e che per questo auspica un celere ritorno alla normalità.

E da parte di Berlino non mancano le analisi su quanto accade accade in queste ore e sugli scenari che potrebbero delinearsi nel futuro della regione.

Asoka Woehrmann, co-direttore Investimenti di Deutsche Asset Wealth Management del Gruppo Deutsche Bank, paragona le tensioni tra Ucraina e Russia al passato conflitto tra Mosca e la Georgia.

SCISSIONE IN VISTA
Per il tedesco Woehrmann, “presto la Crimea non sarà più governata da Kiev, né tantomeno risulterà ufficialmente sotto il controllo di Mosca. Molto probabilmente riceverà lo status di territorio speciale, sul quale la Russia manterrà una posizione di forte influenza. In questo modo, un’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe non sarà più necessaria e si potrà così scongiurare un conflitto militare“.

DEFAULT EVITATO
Ma cosa accadrà nei rapporti commerciali tra il Cremlino e l’Europa e quali le immediate conseguenze, soprattutto sulla tenuta dei conti pubblici di Kiev? “Il rapporto tra Russia e Paesi occidentali/Ucraina – prosegue Woehrmann – continuerà, con grande probabilità, a rimanere teso su un orizzonte di lungo termine. Il default ucraino sarà evitato grazie all’intervento congiunto di Stati Uniti, Europa occidentale e Fondo Monetario Internazionale, che hanno già segnalato il loro sostegno“.

RISVOLTI ENERGETICI E FINANZIARI
Sul piano finanziario, i mercati degli asset russi e ucraini saranno, dal punto di vista di Deutsche Bank, “quelli che verranno maggiormente colpiti da queste tensioni, mentre la diffusione del contagio risulterà dispersa tra varie classi di attività“.
Per l’istituto tedesco “le società energetiche russe saranno verosimilmente suscettibili al contagio soprattutto in caso di pagamenti in ritardo o non riusciti su consegne di gas dall’Ucraina“.

IL FRONTE VALUTARIO
Sul fronte valutario potrebbe invece manifestarsi un certo supporto per le valute rifugio come il dollaro americano, lo yen e il franco svizzero. Le valute dei mercati emergenti invece continueranno a rimanere sotto pressione.

INVASIONE IMPROBABILE
Fin qui l’analisi economica sullo stato attuale. Ma la banca tedesca prova a fare un passo avanti sul versante geopolitico.
“Considerati i risvolti più recenti – sottolinea Woehrmann – la Russia ha dimostrato di nutrire interessi strategici sulla gestione della regione del Mar Nero e in Crimea. Al momento non si prevede una ulteriore escalation o un ampliamento dell’attività militare russa. Nel caso in cui la situazione continui a rimanere focalizzata sulla questione della Crimea senza alcun ulteriore intervento in territorio ucraino, i mercati finanziari possono considerare queste tensioni contagiose solo a livello regionale mentre a livello globale l’impatto sarà da considerarsi limitato e diminuirà gradualmente dopo le scintille iniziali”.
Le sanzioni provenienti dai Paesi occidentali – aggiunge – “saranno definite con cautela in quanto, specialmente i Paesi europei, si trovano in una posizione di dipendenza dalle forniture di gas russo“.
Tuttavia, rimarca la banca teutonica, “la situazione crea un problema scottante che potrebbe peggiorare in qualsiasi momento… con rischi a livello globale. Il rischio comprende un’invasione militare dell’Ucraina orientale“.

EFFETTI FRAMMENTATI
Tirando le conclusioni, per DB “l’intera situazione getta un’ombra sulle prospettive soprattutto delle attività russe ma anche per l’intera regione dell’Europa orientale, compresa la Turchia (il 12 % degli abitanti della Crimea sono di origine tartara, i quali storicamente hanno stretti legami con la Turchia e sentimenti avversi alla Russia).
Il contagio sui mercati finanziari avrà un effetto frammentato tra diverse classi di attività e regioni. I mercati degli asset russi e ucraini rischiano di rimanere sotto pressioni di vendita, mentre quelli azionari, con un livello di scambi vicino ai massimi storici, avranno una maggiore probabilità di essere colpiti dalla consapevolezza e dall’avversione al rischio. Tuttavia, nel caso in cui la situazione dovesse rimanere focalizzata sulla Crimea senza alcun ulteriore intervento all’interno del territorio ucraino, una battuta d’arresto potrebbe trasformarsi in un’opportunità per la costruzione di nuove posizioni“.

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