Mentre Obama, Kerry e gli Usa si espongono relativamente poco alle conseguenze della crisi in Ucraina e a quelle che verranno se si continua a sostenere che l’attuale ‘governo’ è legittimo e democratico, vale la pena essere pronti, noi europei, a dover affrontare da soli il peso enorme che costituisce la legittimazione di Svoboda (un partito dichiaratamente neo nazista e antisemita) e di Tyahnybok. Poi avremo anche i problemi che deriveranno dall’inevitabile risentimento della Russia.
Che sia chiaro che il Parlamento europeo, per il quale siamo chiamati a votare tra poche settimane, aveva già dichiarato 15 mesi fa che con quelle persone in Ucraina non si dovevano avere rapporti di sorta:
Only some 15 month ago the European Parliament adopted resolution 2012/2889(RSP) which had this to say about Tyahnybok and his party:
The European Parliament … 8. Is concerned about the rising nationalistic sentiment in Ukraine, expressed in support for the Svoboda Party, which, as a result, is one of the two new parties to enter the Verkhovna Rada; recalls that racist, anti-Semitic and xenophobic views go against the EU’s fundamental values and principles and therefore appeals to pro-democratic parties in the Verkhovna Rada not to associate with, endorse or form coalitions with this party;
Vista la drammatica incapacità dei servizi dell’Ue a gestire la crisi ucraina, i democratici e le persone di buon senso in Europa dovrebbero fare immediatamente appello ai propri governanti perché non si proceda, come invece ha proposto la Commissione europea, alla legittimazione di quelle persone.
Per la signora Nuland è facile parlare pensando che l’Europa debba andare a quel paese, ma il problema poi lo avremo noi, a casa nostra.
È drammatico che la baronessa Ashton abbia appreso dal collega primo ministro dell’Estonia che i cecchini che saparvano dai tetti di Kiev erano gli stessi contro i manifestanti e contro la polizia.
E poi? Nulla, si continua con inerzia e insipienza a costruire un mostro nel mezzo dell’Europa.