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Udc e Popolari insieme per fermare l’antieuropeismo

La nascita dell’alleanza elettorale tra Cesa(UDC) e Mauro e Dellai(PperItalia)sancita con la presentazione del nuovo simbolo lascia ben sperare per il futuro dei cattolici in politica. Chi ha il coraggio di richiamarsi ai valori del Popolarismo ha una buona occasione per convincere cattolici e non ad impegnarsi, per l’affermazione di idee e principi che scaturiscono da questa cultura politica, proponendo un chiaro programma che attinga alla storia del “popolarismo” sturziano da trasfondere in quel contenitore indistinto che si chiama PPE. E’ la strada giusta per rilanciare la vera politica, fatta non solo di programmi, ma di partecipazione, di giustizia sociale, di etica. L’Europa sta dimostrando di vivere paurose involuzioni democratiche, non ultima la tornata elettorale amministrativa di ieri in Francia dove l’estrema destra ha fatto registrare una chiara vittoria dell’antieuropeismo. Di fronte a questo ormai reale pericolo bisogna porvi rimedio. Come? Rivalutando la linea dei padri fondatori dell’Europa Unita. Adenauer, De Gasperi, Schuman con testardaggine vollero il Mercato Comune, la Comunità europea carbone e acciaio, primi organismi economici che dovevano aiutare i cittadini europei a migliorare le loro condizioni di vita sociale ed economica. Il fondamento dell’idea di Europa Unita nell’animo dei tre grandi europeisti stava nella solidarietà tra i popoli. Altro che il manifesto di Spinelli, come va cianciando l’approssimativo Renzi!
E allora, i cattolici popolari e liberali, ma anche chi cattolico non è e condivide i valori laici del cristianesimo  si organizzino per costruire insieme la nuova Europa Unita, incentrata sulla solidarietà tra i popoli in opposizione a quella Europa che tanto male ha fatto ai cittadini del Vecchio Continente nell’ultimo decennio, difendendo e tutelando egoismi, interessi corporativi, di lobbies, di ben noti e ignoti gruppi di potere.
Siamo convinti che la lista dei Popolari per l’Europa sia la strada giusta su cui incamminarsi, non solo per la scadenza elettorale europea ma anche per il dopo, per contribuire a dare una svolta  reale all’Italia che tanto risente della mancanza di politica di governo vera. Ci saranno dubbi, scetticismi, incertezze? Bisogna vincerli, è stato possibile in passato in condizione di certo più difficili, potrà esserlo ancora oggi.



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