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Come Bce, Fed e Ucraina influiscono sui tassi

In area euro tassi periferici nuovamente in calo, ad eccezione della Grecia dove il comparto decennale si è nuovamente avvicinato al 6,40%.

CHE COSA E’ SUCCESSO IERI

La giornata è stata caratterizzata da volumi pari a circa la metà rispetto a quelli di venerdì, con gli operatori che stanno verosimilmente metabolizzando da un lato le ipotesi di QE da parte della BCE e dall’altro i segnali di aumento delle tensioni in Ucraina.

LE PAROLE DI NOYER

Sul primo punto, Noyer membro francese della BCE ha ribadito che un ulteriore apprezzamento dell’euro renderebbe necessario un intervento della banca centrale. Con riferimento invece alle tensioni in Ucraina, ieri Putin ha chiamato telefonicamente Obama.

QUESTIONE UCRAINA

Il presidente Usa ha dichiarato al presidente russo che una soluzione diplomatica sarebbe ancora possibile, sebbene il recente operato russo la renda più difficile. Il prossimo giovedì ci sarà a Ginevra un incontro tra i rappresentanti di Ucraina, Russia, Stati Uniti e Unione Europea. La prossima settimana è prevista una visita a Kiev del vice presidente Usa Joe Biden. Nel frattempo l’attuale presidente ucraino si è detto non contrario all’ipotesi di un referendum sull’indipendenza del paese dalla Russia, da tenersi eventualmente insieme alle prossime presidenziali del 25 maggio.

AUMENTO DEI TASSI A KIEV

La banca centrale ucraina, per la prima volta negli ultimi 8 mesi, ha inoltre deciso un aumento del tasso di riferimento dal 6,5% al 9,5%, al fine di frenare il deprezzamento della valuta locale. Sul fronte emissioni, la prima giornata di collocamento del nuovo BTP Italia riservata ai sottoscrittori retail, ha raccolto una domanda di 6,72 Mld€. Oggi atteso l’indice ZEW, sintesi delle aspettative di investitori istituzionali ed analisti.

QUI USA

Negli Usa tassi in rialzo dopo i dati sulle vendite al dettaglio di marzo superiori alle attese, soprattutto con riferimento alla parte core utilizzata per il computo del Pil. Si rafforza pertanto l’ipotesi che la penalizzazione dei dati macro dei mesi a cavallo tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 sia stata dovuta prevalentemente ad un effetto collegato alle avverse condizioni meteo.


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