La guerra della disinformazione continua a far crescere la tensione in Ucraina. Nulla di nuovo, visto che in tutti i conflitti l’informazione spara bombe più dannose di quelle vere.
I grandi titoli dei giornali occidentali hanno raccontato che i “filorussi”, dietro i quali secondo loro ci sarebbe Mosca, hanno “rapito” 13 osservatori della missione Osce.
Una notizia poco credibile perché sarebbe un grossolano autogoal di Mosca. Dopo averla sparata sulle prime pagine, nessuno si è preso la briga di verificarne la veridicità. E giù cascate di chiacchiere retoriche sulla malafede russa e sull’ennesima “violazione” del diritto internazionale. Dispiace che alcuni ex ambasciatori e istituti di ricerca non si siano distinti, confermando la bassa qualità delle informazioni che propagano.
È stato il vice presidente del centro di prevenzione delle crisi dell’Osce, Claus Neukirch, che in un’intervista alla televisione austriaca ha ripetuto più volte che le persone oggetto del fermo sono personale militare di alcuni paesi occidentali che si trovavano in Ucraina in base ad accordi bilaterali conclusi da alcunii paesi membri dell’Osce. Le persone fermate nulla hanno a che fare con la missione dell’Osce che è una missione civile e per la quale non sono sorti problemi, ha aggiunto.
Infatti, i fermati sono personale militare: 4 tedeschi, un polacco, un danese, uno svedese e un ceco. Essi si sono recati in Ucraina nel quadro di accordi diretti tra i paesi d’origine e l’Ucraina nel quadro del documento di Vienna del 2011. Quindi non è l’Osce che si occupa della loro liberazione ma è la responsabilità del governo dell’Ucraina e dei governi che li hanno inviati.
È incredibile che durante la visita a Roma dell’auto proclamatosi premier ad interim dell’Ucraina, che ha incontrato Matteo Renzi e papa Francesco, nessuno gli abbia ricordato che l’atteggiamento isterico del governo ucraino – “la Russia vuole la terza guerra mondiale”; “i terroristi filorussi hanno rapito gli osservatori Osce” – sono delle grossolane panzane che dimostrano solo quanto la leadership dell’Ucraina sia assai poco affidabile.