Gli ultimi giorni di scuola sono i più belli, e anche i più malinconici. Tra un gavettone e un bacio furtivo c’è chi ha il rimorso di non aver studiato abbastanza, chi è contento di non vedere i professori per tre mesi, ma non di perdere di vista i compagni di classe, e c’è chi tenta disperatamente di alzare la media con l’ultima interrogazione disponibile.
Proprio come gli europarlamentari di Strarburgo, che dopo un’intera legislatura lasciata passare senza prendere nessuna decisione concreta in merito alla regolazione del lobbying in Europa, si convincono all’ultimo momento a sottoscrivere una raccomandazione per la Commissione (anch’essa dimissionaria ovviamente) in cui “invitano” all’adozione di un registro obbligatorio entro il 2016. Nel frattempo, aggiungono, sarebbe utile stringere un poco la corda, per esempio censendo anche le visite ai palazzi da parte dei lobbisti non registrati.
Operazione inutile, ovviamente. Una raccomandazione lanciata lì, in chiusura di legislatura, con una tornata elettorale potenzialmente esplosiva alle porte e l’Europa a fare gli scongiuri per non essere travolta dallo scetticismo dilagante che risultato potrà avere? Al massimo un post su un blog, appunto.
Molto meglio, allora, puntare su chi potrebbe far parte del prossimo Parlamento europeo. Lo fa “Politics for People“, sito nuovo di zecca che promette di creare un ponte tra i candidati al Parlamento e i cittadini. Lo scopo è consentire ai secondi di chiedere ai primi di limitare l’ingerenza delle lobby di finanza e banche in Europa. Al di là della genericità di questa affermazione, la piattaforma potrebbe essere il punto di partenza di un dialogo strutturato tra società civile e (futuri) Europarlamentari sul lobbying.
In ogni caso, ci vorrà del tempo.