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Ecco come l’Enel va a caccia del petrolio greco

Il Gruppo Enel ha chiesto il via libera per l’esplorazione di idrocarburi in tre aree greche: Epiro, Grecia occidentale e Peloponneso. Una mossa che mette in evidenza il crescente interesse delle grandi aziende del settore sul territorio ellenico, che si affianca al gasdotto Tap. Lo strumento utilizzato sarà quello delle espressioni dirette di interesse che autorizzano gli investitori a ispezionare i territori in cerca di giacimenti di idrocarburi.

MIRE ELLENICHE
L’Enel ha chiesto l’avvio di tre espressioni dirette di interesse come previsto dalla legge 4001/2011 e autorizza gli investitori a valutare se nelle aree proposte vi siano o meno giacimenti di idrocarburi. Il Ministero dell’ Energia di Atene ha il potere di concedere il nulla osta. Qualora la richiesta del colosso italiano venisse accettata ci sarà la pubblicazione del bando nella Gazzetta Ufficiale e quindi nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. A quel punto chiunque altro fosse interessato ad avanzare un’offerta per le aree in concessione, potrà presentarla entro novanta giorni.

LE AREE
L’azienda italiana che opera in 40 paesi, servendo più di 61 milioni di clienti grazie ad una capitalizzazione di 38 miliardi di Euro, ha espresso interesse in tre aree onshore. La prima si trova nel nord-ovest del Peloponneso, che già era stata specificatamente inclusa nel piano di concessioni varato nel 1996 e a cui avevano preso parte la britannica Enterprise Oil, l’americana Union Texas, l’ungherese MOL e l’Hellenic Petroleum. Ma in quell’occasione le zone vennero restituite allo Stato nel 2001 dopo la scoperta di due pozzi poco profondi. Secondo obiettivo Acarnania, anch’essa inclusa nelle concessioni del 1996 e che era stata oggetto di indagine da parte di Triton e Hellenic Petroleum. In terzo luogo la regione epiriota di Preveza, che si trova geograficamente tra le aree di Aetoloakarnanias e Ioannina. Questa zona è concessa attraverso il cosiddetto processo di «porta aperta».

STRATEGIE
A questo punto solo un inconveniente dell’ultimo momento potrebbe impedire all’azienda italiana di portare a termine il suo progetto, anche in considerazione del fatto che i rapporti tra Italia e Grecia sono storicamente solidi, così come ha ricordato il titolare del dicastero energetico Ioannis Maniatis che dalle colonne del quotidiano To Vima sottolinea che la decisione presa da Enel dimostra il crescente interesse della comunità petrolifera in Grecia: “A questo punto l’applicazione delle espressioni dirette di interesse presentate saranno attivate tramite la terza fase prevista dalla nuova legge 4001/2011 per l’esplorazione e lo sfruttamento di idrocarburi nel nostro Paese”. Ma le tre aree individuate da Enel non solo le sole che fanno gola a chi pensa che nell’Egeo ci sia spazio per lo sfruttamento degli idrocarburi: a fine 2014 saranno resi noti gli approfondimenti relativi alle indagini sismiche nel mar Ionio e nella porzione di acque a Creta, passaggio propedeutico ad eventuali sondaggi anche in quelle aree a forte presenza petrolifera.

TAP
Altro fronte caldo quello relativo al Tap, con una serie di aziende interessate alla costruzione del gasdotto che da Baku porterà il gas in Italia. BP, Socar, Statoil , Fluxys, Total, E.ON, Axpo senza dimenticare la palestinese CCC (Consolidated Contractors Company), con sede ad Atene, ma con uno speciale status giuridico che non le permette di intraprendere progetti in Grecia. Si tratta di una società che controlla circa il 30% del mercato globale in progetti di gas naturale, che ha recentemente completato il suo più grande progetto di liquefazione di gas naturale (GNL) in Qatar. In capo al Tap sono segnalati attualmente 15 grandi appalti e subappalti per la costruzione degli 863 km. Il tracciato in Grecia è di circa 550 km e oltre 200 km in Albania, creando le condizioni per un grande business nel settore delle costruzioni. Nonostante molte aziende elleniche abbiano esperienza in grandi progetti simili in Medio Oriente e Nord Africa, pare che saranno escluse in quanto uno dei prerequisiti tecnici sarà la capacità di effettuare una saldatura per 1000 km dello spessore di 48 centimetri.

twitter@FDepalo

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