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Perché la Polizia non tifa per la rottamazione delle Camere di Commercio

Le Camere di commercio hanno origini lontane nel tempo, risalenti al 1770 quando, a Firenze, fu istituito il primo di questi enti per rispondere all’esigenza dei ceti mercantili di avere un luogo nel quale affrontare problemi che travalicavano l’interesse dei singoli e per il cui tramite dialogare con il potere pubblico. La forma attuale delle Camere di commercio, però, si avvicina di più alla struttura degli enti camerali nati nel XVII secolo in Francia e nel XVIII secolo in Italia.

IL REGISTRO DELLE IMPRESE

Attualmente, le Camere di commercio sono enti autonomi di diritto pubblico, creati per la promozione dello sviluppo del sistema delle imprese e dell’economia locale. Questi enti, tra l’altro, hanno il compito di tenere il Registro delle imprese (che ha sostituito il registro delle ditte e il registro delle società esistenti prima della riforma del 1993), fonte ufficiale di dati depositati dalle aziende che vi si iscrivono obbligatoriamente. Con questo adempimento si attesta l’esistenza giuridica dell’impresa e la certezza delle informazioni depositate. Il Registro è realizzato in
forma di database ed è gestito dalla Società consortile di informatica delle Camere di commercio italiane, Infocamere. Raccoglie un imponente patrimonio di dati su circa 6 milioni di imprese, 10 milioni di persone e 900mila bilanci depositati ogni anno.

LA COLLABORAZIONE TRA POLIZIA E CAMERE DI COMMERCIO

La società Infocamere ha messo a disposizione delle forze di polizia servizi telematici per estrarre, in tempo reale, dal database le informazioni di cui hanno bisogno per lo svolgimento delle indagini. Si tratta di un preziosissimo strumento per l’assolvimento dei compiti istituzionali affidati a queste ultime. Questi applicativi consentono, infatti, l’accesso ai dati in tecnologia Internet, la visualizzazione immediata delle relazioni esistenti tra persone e imprese, la selezione di elenchi di imprese distinti da criteri di territorialità, la segnalazione di ristrutturazioni,
modifiche e aggiornamenti negli assetti societari, permettendo, così, il costante monitoraggio delle dinamiche societarie.

Peraltro, l’acquisizione di informazioni certe dal Registro è, in genere, attività propedeutica alle indagini, non solo giudiziarie. È, infatti, particolarmente utile nella preparazione di accessi per le verifiche fiscali o nella conduzione degli accertamenti patrimoniali necessari a ricostruire tenore di vita, disponibilità finanziarie, attività economiche di criminali o indiziati di appartenere ad associazioni di tipo mafioso, al fine di sequestrarne e, successivamente, confiscarne i beni accumulati illegalmente.

INFORMAZIONI ANTIMAFIA

Inoltre, il codice antimafia ha conferito al prefetto una importante funzione nel rilascio delle “comunicazioni antimafia” e “informazioni antimafia” alle imprese che concorrono agli appalti pubblici. Gli accertamenti per il rilascio di queste attestazioni sono eseguiti dalle forze di polizia che devono avvalersi proprio dei dati contenuti nel Registro delle imprese, anche utilizzando i sistemi informatici già citati, per poi incrociarli con interrogazioni alla banca dati delle forze di polizia, al fine di evitare che gli appalti possano essere aggiudicati da società riconducibili ad associazioni mafiose.

IL COMPITO DELLE FORZE DI POLIZIA

Questa delicata attività viene svolta dai Gruppi interforze di polizia, creati presso le Prefetture, nonché da analoghi Gruppi interforze centrali istituiti presso la Direzione centrale della polizia criminale per l’Expo 2015 di Milano, la ricostruzione post-sisma in Abruzzo e in Emilia Romagna e i lavori per la linea Alta velocità Lione-Torino. Le forze di polizia non sono solamente utilizzatrici delle informazioni contenute nel Registro delle imprese, ma contribuiscono anche alla sua alimentazione. Infatti, l’esecuzione di un sequestro preventivo di beni aziendali deve essere perfezionata con l’iscrizione del provvedimento nel Registro delle imprese presso il quale la società è iscritta.

LE INIZIATIVE

L’esigenza di migliorare gli strumenti investigativi e acquisire avanzati programmi informatici per l’analisi e la gestione delle informazioni contenute nei database delle Camere di commercio ha dato vita a un costante sforzo di cooperazione. Sono state adottate, quindi, varie iniziative in questo senso, sia a livello centrale, tra Unioncamere e ministero dell’Interno, sia a livello locale,
tra Camere di commercio, Prefetture e forze di polizia. Si è dato così vita a numerosi protocolli di intesa, che hanno favorito lo scambio di informazioni attinenti ai reati in danno delle varie realtà imprenditoriali e perseguito lo sviluppo, la razionalizzazione e la diffusione degli applicativi per gli accessi ai database delle Camere di commercio. Fra questi sono da ricordare il Protocollo-quadro sottoscritto il 14 dicembre 2011 dal ministro dell’Interno e dal presidente di Unioncamere, nonché i protocolli locali siglati, successivamente, da diverse Prefetture tra le quali: Agrigento, Arezzo, Avellino, Lucca, Livorno, Palermo, Trieste, Savona e Venezia.

Il raggiungimento degli scopi che si proponevano i protocolli incoraggia il loro diffondersi, per un’ulteriore intensificazione delle forme di cooperazione tra le pubbliche istituzioni, mirata a un più incisivo contrasto all’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale e, in particolare, nel settore degli appalti pubblici.

Francesco Cirillo

Vicecapo della Polizia e direttore centrale della Polizia criminale

(Articolo pubblicato sul numero di Formiche di aprile)

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