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Sulle pericolose fumisterie renziane

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I fatti di violenza avvenuti a Roma durante la “manifestazione per la casa” organizzata da vari movimenti antagonisti che hanno portato in piazza circa 20000 persone, sono inquietanti. Si tratta di una spia chiara di un malcontento sociale profondo e radicato, che in altre aree del paese si manifesta con richieste di ‘secessione’ o di autonomia. I media fanno di tutto per coprire una realtà italiana fragilizzata dalle assurde manovre di austerità, dai tagli alla spesa pubblica, dalla disoccupazione crescente che per i giovani è dilagante, dalla sfiducia sempre più diffusa rispetto allo stato repubblicano e alla sua costituzione, ma anche, se non soprattutto, rispetto all’Unione europea. Il percolo di sfaldamento dell’ordine e della società italiana è altissimo. Più alto il pericolo di esplosione sociale si sentirà quanto più il governo a-democratico continuerà ad essere tenuto in piedi per imporre misure restrittive della dignità sociale del popolo italiano. Più si avvicineranno le elezioni europee e più emergerà chiarissimo che lo stato di eccezione democratica imposto all’Italia dall’estate 2011 con i governi Monti, Letta e Renzi è odiosamente intollerabile anche perché si intende farlo durare per altri 4 anni (fino al 2018, come dice lo stesso Renzi). Con un parlamento tecnicamente abilitato a funzionare ma totalmente screditato politicamente e con un premier che con immatura leggerezza si scaglia contro settori importanti della società italiana, proponendo fumose quanto pasticciate soluzioni di ristrutturazione costituzionale, ci sono tutte le premesse per essere molto poco sereni.

Dalle scelte economiche e di politica economica si capisce che questo governo Renzi null’altro è che un fantoccio nelle mani dei settori più reazionari europei e americani. Il partito democratico, in questo hanno ragione D’Alema e Bersani, non esiste più. Fatta eccezione dell’abile mossa di ancorarlo (a forza) nell’alveo dei socialdemocratici europei, ad oggi è davvero difficile considerare il PD un partito di sinistra benché moderata. Inoltre, considerati i metodi usati da Renzi sorgono dubbi sulla sua democraticità interna e sul suo stesso portato democratico. Scelte molto pericolose che se sono frutto di un’intelligenza reale sono terrificanti ma se sono solo il frutto dell’esaltazione personale del leader carismatico e dell’accolita di deboli figurine che l’accompagnano rischiano di portare l’Italia verso il baratro.

D’altra parte, come mostra il cartello nella foto in alto, la base elettorale effettiva di Renzi è la più debole o impaurita della società italiana. Aver vinto le primarie non significa affatto essere maggioranza nel paese. Senza il sostegno della classe media, quella composta di lavoratori o disoccupati in età di lavoro, il governo Renzi può esistere solo in assenza di elezioni, e quindi di confronto franco e aperto con gli altri partiti e la base elettorale, oppure attraverso riforme come l’Italicum che stravolgono, umiliandolo, ogni senso della partecipazione democratica alla vita politica del paese. Nel tentativo di raccattare un po’ di consenso nella classe media, il nostro di Rignano sull’Arno ha sfornato la favola sugli 80 euro in busta paga. Oltre alla populistica menzogna anche la beffa. Quando la Merkel ha visto questa proposta disse a Renzi: “sei proprio sicuro che con questi pochi soldi fai ripartire l’economia e riesci a ridurre il debito e la disoccupazione”? Ma il nostro se ne infischia!

Qualora il PD fosse il primo partito alle elezioni europee, questo non significa affatto che lo sia realmente nel paese, e non significa affatto che gli debba essere concesso di continuare a ledere impunemente l’interesse degli italiani ad avere dignità e speranza.

Ecco alcune foto sulle violenze.



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