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Renzi da Cameron, ecco cosa si aspettano davvero i britannici dall’Italia

Non c’è solo il finanziere italo-londinese Davide Serra, uno dei suoi consiglieri più fidati, a legare Matteo Renzi al Regno Unito. Più che da Barack Obama, da cui pure ha preso ispirazione (anche per le note slide con cui ha presentato il suo programma di governo), il presidente del Consiglio non ha mai negato di essere un estimatore della “terza via” britannica.

E l’apprezzamento è stato finora reciproco, tant’è vero che il 17 febbraio scorso, fu lo stesso Tony Blair il primo tra i leader stranieri a congratularsi con Renzi, cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva conferito l’incarico di formare il nuovo esecutivo. “Matteo – disse l’ex premier laburista – ha il dinamismo, la creatività e la forza per avere successo“.

Ma oltre Manica non è solo la sinistra a vedere di buon occhio l’ex sindaco di Firenze. Il feeling, infatti, si è rinnovato anche con il suo omologo conservatore David Cameron, che oggi Renzi incontrerà a Londra.

L’AGENDA DI RENZI
Il fulcro della missione diplomatica dell’inquilino di Palazzo Chigi, lo testimonia l’agenda ufficiale, sarà proprio il bilaterale con il primo ministro Cameron, che si chiuderà con una conferenza stampa congiunta a Downing Street. Nel pomeriggio il premier italiano si dedicherà a incontri politici – come quello con il segretario del Partito Laburista, Ed Miliband -, celebrativi – il 150° anniversario della visita di Giuseppe Garibaldi alla Lancaster House – e mondani – l’inaugurazione della mostra “The Glamour of Italian Fashion 1945-2014” al Victoria and Albert Museum.

LE SPERANZE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Durante la sua visita, Renzi proverà a farsi “consigliare” su alcune delle riforme più forti con cui vuole caratterizzare il proprio governo. In primo luogo quella dell’istruzione che, come spiega il Sole 24 Ore, prende ispirazione proprio dall’esperienza blairiana. Ma cruciali saranno anche l’attesa riforma del lavoro, il cosiddetto Jobs Act, e la sburocratizzazione delle norme sulle imprese, uno dei punti forti del Regno Unito, numero uno nell’attrazione di investimenti nel Vecchio Continente; un benchmark a cui Renzi guarda con forte interesse.

CHE COSA STA A CUORE AI BRITANNICI
Ma al di là delle reciproche pacche sulle spalle, l’occasione sarà proficua anche per Cameron, che vorrà sottoporre al presidente italiano alcuni dei dossier che stanno più a cuore a Londra, anche senza indugiare troppo su aziende e dettagli. Eppure in ambienti diplomatici londinesi si fa notare, ad esempio, che dopo undici anni di attesa per ottenere i permessi British gas ha rinunciato lo scorso anno tra le polemiche a costruire un rigassificatore a Brindisi. Un esempio di come la farraginosità delle norme possa compromettere alcuni investimenti che pure vorrebbero approdare sulla Penisola. Come quello di Medoilgas, altra azienda britannica attiva nel settore degli idrocarburi, che dopo aver espletato tutte le pratiche per lo sfruttamento di un giacimento al largo delle coste dell’Abruzzo, Ombrina, rischia di dover abbandonare il progetto a causa dell’opposizione dei gruppi ambientalisti e dell’incertezza degli enti locali. Anche, e soprattutto sulla soluzione di questi ostacoli, verterà il legame tra i due leader quarantenni.

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