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848 i preti pedofili ridotti allo stato laicale dal Vaticano

Si è chiusa ieri a Ginevra la due giorni di audizioni della Santa Sede davanti al Comitato delle Nazioni Unite per la convenzione contro la Tortura. Dopo l’interrogatorio cui i membri hanno sottoposto il nunzio, mons. Silvano Tomasi, sarà steso un report, la cui diffusione è prevista per il prossimo 23 maggio. Stando alle premesse – cioè al fuoco incrociato di richieste di chiarimento da parte dei membri del Comitato – il risultato pare già essere scritto: una replica di quanto accaduto lo scorso febbraio con il durissimo Rapporto preparato dal Comitato per la Convenzione sui diritti del fanciullo.

“INGANNEVOLE EQUIPARARE ABUSI SESSUALI E TORTURA”

La posizione di Roma è chiara: come detto da Padre Federico Lombardi, equiparare le sofferenze e i traumi derivati dagli abusi sessuali sui minori a quelli inflitti con la tortura, vuol dire impostare la questione in modo chiaramente ingannevole e forzato per qualsiasi osservatore obiettivo”. Tomasi, lunedì intervenuto alla Radio Vaticana, ha ricordato che la questione va affrontata solo sulla base di un “dialogo costruttivo”, e non su “asserzioni polemiche”, altrimenti si rischia di rendere il tutto “un lavoro inefficace e controproducente”. Messaggio chiaramente indirizzato a quei membri del Comitato più agguerriti nei confronti della Santa Sede. Oltre all’esponente nepalese e a quello cinese, è dall’americana Felice Gaer che è giunta l’accusa più dura nei confronti della Santa Sede.

IL DOCUMENTO DI MONS. TOMASI

E’ lei che, come ricordava sul Corriere della Sera di ieri Maria Antonietta Calabrò, ha osservato che “lo Stato della Città del Vaticano è una suddivisione della Santa Sede, come il cantone di Ginevra è una suddivisione della Svizzera” e che quindi la Santa Sede è competente per tutti i preti del mondo. Non solo, ma la signora Gaer ha chiesto conto anche del comportamento del Vaticano circa l’aborto, il cui divieto assoluto “può causare sofferenze supplementari”. Un calderone, quello della tortura, dove è dunque finito di tutto. Questa volta, però, la Santa Sede non si è fatta trovare impreparata. Prima di entrare nell’aula dell’interrogatorio (diffuso in streaming), mons. Tomasi aveva provveduto a rendere noto un documento in cui erano contenute tutte le risposte del Vaticano alle accuse mosse dal Comitato.

TUTTI I NUMERI SUI PRETI SANZIONATI

Tra i punti più rilevanti del confronto, va segnalato il momento in cui l’osservatore permanente ha per la prima volta elencato il numero preciso dei sacerdoti coinvolti in casi di abusi sessuali sottoposti a provvedimenti disciplinari da parte della Santa Sede. Tra il 2004 e il 2013 sono stati 848 i preti ridotti allo stato laicale, mentre a 2.572 sono state comminate sanzioni meno drastiche. 3.420 i casi “credibili” segnalati alla Congregazione per la dottrina della fede. Picco massimo nel 2011, quando i ridotti allo stato laicale sono stati 143. Un quadro completo che ha portato alcuni esponenti del Comitato a ringraziare il Vaticano. Lo scorso febbraio, l’Associated Press rivelò che negli ultimi due anni del pontificato ratzingeriano i preti ridotti allo stato laicale erano stati 384. Cifra poi corretta dal direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi.


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