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Francia, Germania e Inghilterra, chi è più euroscettico?

Sorpresa: non sono greci e spagnoli i più antieuropeisti d’Europa (e avrebbero diverse ragioni per esserlo), così come osservato dalle colonne del FT, ma uno dei popoli maggiormente legati alla storia dell’unificazione continentale: i francesi. Un sondaggio rivela che solo il 34% di loro rimarrebbero volentieri nell’Ue. Ecco come alla vigilia delle elezioni europee più anti europee che la storia ricordi, si muovono le anime anti Ue, anti euro e anti sistema.

GRANDEUR
Poco prima delle elezioni europee, la frustrazione anti Ue raggiunge livelli di guardia. Una settimana fa lo studio della società di sondaggi inglese YouGov aveva rivelato che solo il 39 per cento dei britannici intendeva rimanere nell’Ue. Un dato che si somma a quello proveniente da Parigi, considerata l’ultima sorella in ordine di tempo ad avere aderito alla grande famiglia dei Paesi Piggs. E se le macro questioni legate ai conti non proprio in ordine sommati ad un trend di mancata crescita che non sta facendo dormire sonni tranquilli al Presidente François Hollande non sono stati esplicitati come in Italia e Spagna, lo si deve solo alla grandeur francese, così come molti analisti hanno osservato negli ultimi sei mesi.

CONTRONTI
Il quotidiano tedesco Die Welt mette oggi a confronto i tre Paesi, e fa un incrocio tra l’euroscetticismo tedesco, francese e inglese con Parigi che diventa un po’ la sorpresa. In quanto, mentre quelli oltre la Manica sono sempre stati ideologicamente un po’ distanti (lo dimostra la mancata moneta comune), dai francesi fondatori non se lo aspettava nessuno. In Inghilterra il partito Ukip di Nigel Farage potrebbe essere il vero vincitore morale delle europee, da dove potrebbe emergere come la forza politica più forte. Di contro in Germania è “solo” il 57% a voler rimanere nell’Unione. Una percentuale in assoluto alta, ma che nello specifico è allarmante dal momento che si tratta del Paese numero 1 in questo momento in Europa, che esprime un’economia all’avanguardia, con numeri inviabili legati alle esportazioni e al sistema Paese.

REFERENDUM
E gli altri Paesi europei cosa pensano in proposito? Danimarca, Svezia e Finlandia sono legate alla consapevolezza che il gap tra l’Ue e tedeschi, francesi e inglesi dovrebbe essere sottoposto al voto popolare: infatti circa un cittadino su due sarebbe d’accordo a svolgere un referendum per rimanere nell’Ue, così come in qualche maniera aveva proposto nel 2011 l’allora premier greco Giorgios Papandreou prima di essere commissionato dal tecnico Lucas Papademos.

STUDIO
Nel complesso lo studio dimostra comunque una costante preoccupazione per le sorti continentali. Al di là del dato francese, che ovviamente per contingenza è quello che emerge maggiormente, non va sottovalutato quel 67% di tedeschi che si dice “pessimista sul futuro sviluppo dell’UE”. Solo il 22 per cento si professa ottimista. Gli inglesi, però, mostrano più speranza e il 52% prevede un futuro tetro per l’UE. Ottimista invece il 31 per cento degli intervistati.

TRANSNAZIONALITA’
Un enorme divario tra i responsabili politici e i cittadini che li individuano in quanto tali è osservato dallo studio alla voce progetti transnazionali,che solo una piccola minoranza di intervistati associa ad una profonda integrazione europea: il 3% dei britannici, il 12% dei francesi. Accanto ad esso ecco il tema dell’immigrazione che giocherà un ruolo primario alle elezioni che si terranno tra poco più di dieci giorni.



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